Le monoposto di F1 sono equipaggiate dalle gomme Pirelli, che sono delle slick, ovvero completamente lisce. Ecco i motivi della scelta.
La F1 è cambiata notevolmente negli ultimi anni, e c’è da dire che non lo ha fatto in maniera poi così tanto positiva. Da quando, nel 2009, venne introdotta una rivoluzione tecnica di cui parleremo meglio in seguito, abbiamo assistito a dei noiosi domini da parte di due squadre, ovvero la Red Bull e la Mercedes.
Questi due giganti sono gli unici ad aver vinto da quando la F1 ha sposato il progetto Pirelli per quanto riguarda la fornitura delle gomme, nell’ormai lontano 2011. La Ferrari, la McLaren e tutti gli altri competitors sono purtroppo crollati, dando l’impressione di non riuscire a comprendere questi pneumatici.
Di gomme si parla tanto, forse anche troppo, ed in molti si domandano il motivo per il quale siano diventate così importanti. Nella giornata di oggi, proveremo a spiegarvi il motivo per il quale le gomme sono lisce, o, per usare un termine tecnico, slick, una curiosità che non in molti sapranno.
F1, ecco il motivo per il quale le gomme sono lisce
Le gomme delle monoposto di F1 sono fornite dalla Pirelli, che subentrò alla Bridgestone nel lontano 2011. Come avrete notato, gli pneumatici sono del tutto lisci, a differenza di quelli che vengono montati dalle auto stradali, ma anche da altre categorie del motorsport come la Formula E.
Il motivo è molto semplice e sta nel fatto che una gomma Liscia, altresì detta slick, garantisce livelli di grip maggiori, permettendo alle auto di andare più veloci sia in curva che nelle fasi di staccata. Le coperture delle monoposto di F1 sono sempre state lisce sino al 1997, quando il fornitore era la Goodyear, ma dal 1998, anno d’ingresso della Bridgestone, le cose cambiarono.
Per ridurre le velocità delle monoposto, gli organizzatori decisero di introdurre 3 scalanature (poi divenute 4 dal 1999 in poi), ma c’è da dire che la cosa non rese poi così troppo più lente le monoposto. Il costruttore giapponese, assieme alla Ferrari, diede il via ad un’epoca di dominio assoluto dal 2000 al 2004, mentre la Michelin fece il proprio ingresso nel 2001.
Dopo anni di sonore sconfitte, il costruttore transalpino si prese la scena nel biennio 2005-2006 assieme alla Renault ed a Fernando Alonso, che vinsero per due anni di fila sia il titolo piloti che quello costruttori. A quel punto, la Michelin decise di lasciare il Circus, lasciando il monogomma alla Bridgestone per altri quattro anni, sino alla fine del 2010.
Per chi non lo dovesse ricordare, è giusto sottolineare che le gomme slick non vennero reintrodotte nel 2011 con la Pirelli, ma già nel 2009, al penultimo anno della Bridgestone. Quello fu l’anno della rivoluzione aerodinamica, che pose fine al dominio di Ferrari e McLaren, aprendo le porte alla Brawn GP, iridata con Jenson Button, ed alla Red Bull, che con Sebastian Vettel avrebbe poi dominato la scena dal 2010 al 2013.
Da quando è arrivata la Pirelli, e questo è un grande peccato, il Circus è diventato una formula gomme, in cui non necessariamente vince la monoposto che è più veloce, ma quella che riesce a gestirle al meglio durante le gare. Una conferma arriva dalla Red Bull del 2023 e da quella dello scorso anno, che va come la Ferrari in qualifica, per poi rifilare un secondo al giro a tutti sul passo gara.
Su questi aspetti sarà necessario intervenire in futuro, dal momento che le gomme non possono determinare i risultati finali delle corse o, peggio ancora, dei campionati. La Pirelli sembra avere saldamente in mano le redini di fornitore unico, e per il momento non pare esserci nessuno intenzionato a farle concorrenza.