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Formula 1

Ferrari ed il tabù da sfatare: a Jeddah per interrompere la maledizione

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Giovanni Messi

La Ferrari non ha avuto molta fortuna sulle piste di nuova generazione in questi anni. Ecco perché può esserci il riscatto a Jeddah.

Il secondo appuntamento del mondiale di F1 targato 2023 si avvicina sempre di più, e tra una settimana esatta i piloti saranno impegnati sulla pista di Jeddah. Il Gran Premio dell’Arabia Saudita dovrà sancire l’inizio di un nuovo capitolo per la Ferrari, che in Bahrain è stata troppo brutta per essere vera.

Ferrari SF-23 con Sainz in Bahrain (ANSA)

In casa Ferrari c’è ancora una grande fiducia in questo progetto, che non può e non deve soccombere dopo solo poche gare. A Maranello si sta organizzando la riscossa, ed ora vi parleremo del tabù che dovranno sfatare per tornare al top. La maledizione delle nuove piste deve terminare.

Ferrari, le nuove piste sono diventate un incubo

La F1 negli ultimi 15 anni ha iniziato a correre sempre più lontana dal suo fulcro, ovvero l’Europa. A dominare la scena è sempre di più il Medio Oriente e gli Stati Uniti d’America, come conferma anche il calendario del 2023, e questa non è una buona notizia per la Ferrari se pensiamo alla cabala.

La Rossa, infatti, sulle piste che si trovano nel deserto o, comunque, in quella parte del mondo, ha vinto soltanto in Bahrain, dove ha ottenuto ben 6 affermazioni. Dal 2021 si corre in Arabia Saudita, e lo scorso anno Charles Leclerc concluse al secondo posto, venendo beffato per solo mezzo secondo dalla Red Bull di Max Verstappen dopo un duello davvero meraviglioso.

Nel 2021 è stato introdotto anche il Gran Premio del Qatar, che per la Scuderia modenese fu un incubo, a causa di una monoposto che era troppo lontana dalle dominanti Mercedes e Red Bull. Un’altra pista moderna che riguarda la zona compresa tra Asia ed Europa è quella di Baku, sulla quale si gareggia dal 2016.

La Ferrari ha ottenuto due pole position da quelle parti, con Sebastian Vettel nel 2018 e lo stesso Leclerc lo scorso anno. Il monegasco sembrava avviato verso il successo qualche mese fa, ma l’esplosione della sua power unit lo ha obbligato a ritirarsi, non riuscendo a spezzare questa maledizione così incredibile.

Tra le piste maledette rientra senza alcun dubbio anche Abu Dhabi, introdotta nel calendario nell’ormai lontano 2009. Qui non è mai arrivata una pole position, né tantomeno una vittoria, e la cosa incredibile è legata al fatto che tutte le Rosse prodotte da quella data in poi abbiano sempre fatto una fatica estrema nel terzo settore dello Yas Marina Circuit.

Tutto ciò è legato alle carenze aerodinamiche della monoposto, che ogni anno arriva a fine stagione in netto ritardo rispetto agli avversari. Da quelle parti, infatti, hanno sempre dominato le solite Red Bull e Mercedes, che non hanno rivali dal 2010, stagione in cui proprio ad Abu Dhabi, la Rossa gettò via il titolo mondiale con Fernando Alonso, regalandolo a Sebastian Vettel.

La pista di Jeddah può essere un’alleata molto utile

La F1 tornerà in pista tra una settimana esatta a Jeddah, dove si correrà la terza edizione del Gran Premio dell’Arabia Saudita. La Ferrari non è salita sul podio nel 2021, mentre lo scorso anno ottenne un secondo posto con Charles Leclerc ed il terzo con Carlos Sainz. Le monoposto di Maranello, all’epoca, erano in piena bagarre con le Red Bull, ma oggi la situazione è ben diversa.

Le cose potrebbero però migliorare rispetto al Bahrain, viste le caratteristiche della pista saudita. Si tratta di una sorta di Monza tra i muretti, dove le velocità medie sono altissime e si sta quasi sempre con il gas spalancato. Rispetto allo scorso anno, questo può essere un vantaggio per la SF-23, che sul rettilineo è migliorata in modo esponenziale.

F1 Jeddah tutte le informazioni utili (LaPresse)

Una buona qualifica sarebbe un ottimo punto di partenza, anche se il passo gara messo in mostra dalle Red Bull in Bahrain è stato spaventoso. La pista di Jeddah, a differenza di quella di Sakhir, è però poco impegnativa per le gomme posteriori, vero problema delle Rosse, che per questo possono andare a caccia del colpaccio.

Ci sarà comunque da verificare il fattore affidabilità, che ha costretto al ritiro Leclerc in Bahrain per via di un guasto alla centralina. La speranza è che non accada nulla di questo tipo e che la Rossa metta da parte le disavventure del Bahrain, per spezzare finalmente il digiuno sulle piste di nuova generazione.

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Giovanni Messi
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