Le moderne power unit di F1 possono coprire distanze davvero enormi. Ecco quanto possono fare prima di dover essere cambiate.
La F1 ha cambiato tutto a partire dal 2014, quando ha deciso di introdurre le power unit turbo-ibride e di abbandonare i motori V8 aspirati. Le unità propulsive attuali sono molto complesse, e si basano sulla presenza di un V6 turbocompresso da 1600 cc di cilindrata, al quale sono uniti una serie di elementi.
I più importanti sono sicuramente la MGU-H e la MGU-K, ovvero le parti elettriche, tanto per semplificare la spiegazione, anche se la prima che abbiamo menzionato verrà eliminata a partire dal 2026, quando arriverà una vera e propria rivoluzione. Il turbo è un’altra componente, assieme al pacco batterie ed alla centralina.
Quelli odierni sono dei motori molto efficienti, che rispetto a prima possono coprire delle distanze davvero molto lunghe, che nelle prossime righe andremo ad analizzare nel dettaglio. Siamo sicuri che resterete stupiti da ciò che leggerete, dal momento che la F1 si è evoluta davvero tantissimo rispetto a ciò che eravamo abituati a vedere nel passato.
Stando ai dati diffusi, le power unit di F1 sono in grado di coprire una distanza massima di circa 2500 chilometri senza andare a perdere potenza, e non potrebbe essere altrimenti visto che le folli regole odierne limitano l’utilizzo dei motori che possono essere utilizzati in una singola stagione.
Nel 2023 sono previste 23 gare, più l’aggiunta di ben 6 Sprint Race, ma nonostante questo, i team possono sfruttare un massimo di 3 power unit per tutto il campionato. Ciò significa che, numeri alla mano, ogni team ne utilizzerà almeno una in più rispetto a quelle che il regolamento consente, andando ovviamente ad incappare in qualche penalità.
La Ferrari sarà la prima a farne le spese con ogni probabilità, visto che con uno dei componenti del motore è già al limite. Infatti, Charles Leclerc ha cambiato la centralina prima del via del Gran Premio del Bahrain, ma durante la gara, in modo incredibile, quella appena montata si è rotta, costringendolo al ritiro.
Ogni squadra può usare un massimo di due centraline per stagione, e se la prima non è recuperabile, il monegasco sarà costretto a subire una penalità in griglia già a Jeddah tra meno di due settimane. La Ferrari è sicuramente lo zimbello di questa F1, ma va detto che certe regole sono davvero assurde.
Prendendo per esempio gli ultimi anni, nessuna squadra è mai riuscita a stare nel limite dei tre motori a stagioni, ma anche per una questione strategica. Infatti, la power unit va molto più a rischio di rotture quando il chilometraggio si alza, ed inoltre, un motore più fresco consente sempre una maggiore spinta, visto che deve anche compiere meno gare, soprattutto a fine della stagione.
Chi segue il Circus da tanti anni è abbastanza deluso da queste regole, visto che questi motori hanno un sound che è ben lontano da quelli del passato, ma anche per via di ciò che vi abbiamo detto sino ad ora. Infatti, fino ai primi anni Duemila c’era un chilometraggio massimo di circa 350 chilometri, ed infatti i team erano soliti cambiare motore tra le qualifiche e la gara, per limitare al massimo il rischio di rotture.
Nonostante questo, se ben ricordate, le esplosioni dei propulsori erano ben frequenti, soprattutto per quello che riguarda i motori Mercedes che andavano sempre in fumo, ma anche quelli della Honda non scherzavano. Oggi, invece, è tutto diverso, e le power unit compiono 6-7 gare senza troppi problemi, ma è chiaro che questa F1 non può essere gradita ai veri appassionati come invece avveniva in passato.
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