Il dubbio assilla un po’ tutti i possessori di un’auto. Partire con il propulsore ancora freddo in inverno crea danni? Scopriamolo.
La stagione invernale propone diversi quesiti di natura pratica. Ad esempio per gli automobilisti l’interrogativo è se accendere la macchina e partire immediatamente non sia nocivo per il motore. Anni fa, quando le tecnologie erano minime, effettivamente era così. I veicoli dovevano essere prima scaldati prima di poter inserire la marcia e mettersi in strada. Oggi invece come funziona?
Prima di rispondere bisogna fare una premessa. I propulsori endotermici sono progettati e studiati per esprimersi a caldo. Ne consegue che quando gli elementi sono dilatati e alla giusta temperatura, la reazione è migliore. In caso contrario i movimenti sono meno fluidi.
Partire “a freddo”, cosa succede all’auto
Nella fattispecie l’olio “gelato” perde di viscosità, per cui non permette alle varie componenti meccaniche di lavorare a dovere. Va detto che rispetto ai bolidi da corsa, quelle produzione hanno molta più tolleranza. Fatta questa considerazione, approfondiamo.
Sulle vetture moderne, quando l’unità motrice è fredda, il regime minimo di giri/min si innalza. Questo avviene perché il carburante viene iniettato in maniera variabile dai sensori che percepiscono la temperatura. Motivo per cui in inverno, allo start, benzina e gasolio vengono convogliati in quantità maggiore, ma con una minor presenza di aria, così da rendere la miscela più densa e ricca fino a quando la temperatura non arriva alla soglia minima di utilizzo. Quando la lancetta diminuisce di circa 300 giri/min, si può avviare la marcia, pur senza forza. Quindi tenendo un passo blando.
In questa fase ciò che conta è via via portare tutte le parti dell’unità motrice alla corretta temperatura. Prima avviene, meglio è. Anche perché solo così la meccanica coinvolta può svolgere il proprio compito in modo omogeneo, senza eccessive sollecitazioni o sbalzi termici.
Cosa fare quindi? Bisogna essenzialmente tenere conto delle esigenze del motore, evitando di farlo salire troppo di giri, e soprattutto di usare marce alte ad andatura ridotta. Il regime indicativo da tenere sempre presente, per ogni tipo di alimentazione, sono 2.000 giri/min. A quel punto si può innestare il rapporto successivo.
Cosa non bisogna assolutamente fare
Vediamo ora invece, cosa non va fatto, così da conservare in ottimo stato il propulsore della propria auto. Innanzitutto non va “spremuto” troppo quando all’esterno fa freddo. In generale quando si accende la macchina e si parte, acqua e olio non hanno ancora raggiunto i valori minimi per un corretto esercizio. Quindi, andare via full gas vuole dire fare guai. O in ogni caso mettere sotto stress l’unità, inutilmente.
Il cruscotto in questo caso ci dà una mano. Solitamente l’acqua raggiunge la corretta temperatura prima dell’olio. Di conseguenza se la lancetta indica 80/90°, è preferibile tenere a bada la voglia di accelerare e attendere un altro po’ prima di mettere quelle più alte.
Purtroppo non tutti i mezzi hanno a disposizione entrambe le indicazioni, e ciò rende complicato orientarsi. Il miglior suggerimento che si può dare in questo frangente è di procedere per gradi, evitando strappi di qualsiasi sorta.
Attenzione però a non eccedere sul fronte opposto. Essere troppo cauti, ovvero lasciare il motore acceso al minimo da fermi può portare a due problematiche: si intasano i gas di scarico, in particolare se si dispone di diesel dotati di default di filtro antiparticolato, e si rischia di veder rallentata la procedura di riscaldamento, il quale tra l’altro avviene in maniera disomogenea.
Per concludere, per scongiurare qualsiasi brutta sorpresa e permettere al motopropulsore di avviarsi in maniera corretta, meglio cominciare a muoversi con giri motore bassi, senza spingere troppo o tirare le marce.