Dopo la prima scossa, avvenuta con la sostituzione di Mattia Binotto, a Maranello sono alla ricerca di nuovi ingegneri. La separazione tra Sanchez e la Ferrari ha aperto un nuovo scenario.
Sono settimane difficili per la Scuderia modenese. Il flop in Bahrain ha generato già i primi malumori. Charles Leclerc ha chiesto a gran voce un’auto in grado di lottare per il mondiale, mentre dopo l’esordio stagionale si ritrova a 0 punti per i guai alla centralina e già a rischio penalità in griglia per il secondo round.
Il monegasco potrebbe rischiare di correre con la prima centralina sostituita, precauzionalmente, dopo le qualifiche della prima. E’ già scattato l’allarme sicurezza, sebbene la questione non riguardi la Power Unit, come lo scorso anno. La problematica è più ampia, dato che a livello prestazionale l’erede della F1-75 non tiene il passo della RB19. L’usura delle mescole hard ha lasciato i piloti e i fan senza parole. Il feeling di Sainz al volante della SF23 non è scattato, ma non è una novità sulle wing car.
L’asfalto molto abrasivo del Bahrain potrebbe aver accentuato i problemi della Rossa. Per questo motivo la tappa di Jeddah rappresenta, sul piano tecnico, un test molto attendibile. La squadra è già stata scossa con l’arrivo di Frederic Vasseur al posto di Binotto, ma ora potrebbe esserci un effetto a catena. La Ferrari non sembra essere più il place to be.
Fuga da Maranello
L’ex supertecnico della Rossa Michael Leiters è sbarcato a Woking, diventando il nuovo amministratore delegato di McLaren. Uno dei padri della Ferrari SF90 Stradale e 296 GTB ha preferito legarsi alla casa inglese. Stesso destino, probabilmente, attenderà David Sanchez. L’ex Head of Vehicle Concept ha preferito dimettersi al termine del primo weekend della stagione.
Il team principal francese ha predicato calma. L’ex tecnico dell’Alfa Sauber non è un tagliatore di teste. E’ arrivato a Maranello ad inizio 2023 con l’obiettivo di portare ordine e disciplina. Retrocedere Rueda e premiare un nuovo stratega è sembrato un atto scontato. Sanchez si è dimesso di sua sponte, aprendo uno scenario da cantiere aperto. L’anno prossimo andranno in scadenza diversi contratti, fra i quali quello di Enrico Cardile, che fa le veci di direttore tecnico.
Sono tutti sotto la lente di ingrandimento, ma questo accade anche in altri team. Potrebbe tornare dalla Haas Simone Resta, ma ricordiamo che i tecnici sono sottoposti ad un gardening obbligato. Deve passare un periodo di riposo forzato prima di cominciare il lavoro in una nuova squadra. La casa modenese si sta guardando intorno per accogliere anche nuovi tecnici. Flop Ferrari in Bahrain: l’ex ingegnere tira una bordata alla Rossa.
Ferrari, ecco l’offerta di lavoro su LinkedIn
Il Chief Executive Officer della Ferrari, Benedetto Vigna, ha condiviso su Linkedin l’annuncio di lavoro pubblicato dall’azienda di Maranello. Sono alla ricerca di un Sensor Application Engineer, come recita il testo dell’offerta pubblicata su LinkedIn.
“Lavorare con Ferrari significa lavorare con eccellenza ingegneristica e tecnologia all’avanguardia. Ferrari è soprattutto un team internazionale che lavora con il più alto livello di professionalità e dedizione, basato su performance, meritocrazia e sviluppo continuo, con l’innovazione al centro del nostro futuro. Al fine di rafforzare il nostro team Sensors & Application Engineering, stiamo cercando di assumere un Sensor Application Engineer con sede a Maranello (Italia)“, è sancito sul noto portale di ricerca del lavoro.
“In questo ruolo di ingegneria tecnica, sarai responsabile dello sviluppo, dell’ottimizzazione e dell’integrazione di nuove strategie di sensori a livello di veicolo e di raccogliere e valutare i requisiti dei nostri diversi team di ricerca e sviluppo interni al fine di fornire soluzioni in linea con le priorità del progetto, garantendo anche l’implementazione dell’innovazione come vincoli chiave in termini di costi, qualità e programma. Supporterai inoltre gli sviluppi hardware e software e assicurerai soluzioni (e potenziale “de-bugging”) di componenti caratterizzati da sottosistemi elettronici complessi“.
Ci vogliono almeno 3 anni di esperienza minima nella progettazione e nello sviluppo di complessi sistemi embedded basati su MCU/MPU. Occorre anche un master in ingegneria elettronica, informatica o dell’automazione o equivalente, ma per tutti gli altri requisiti, se interessati alla candidatura, vi consigliamo di fare un salto sul LinkedIn, alla pagina ufficiale del Cavallino Rampante.