La Red Bull ha dominato in Bahrain, ma c’è qualcosa che non convince ancora pienamente i campioni. Ecco cosa fare sull’assetto.
In molti temono che il mondiale di F1 targato 2023 sia già finito, a causa della disarmante superiorità che la Red Bull ha messo in mostra in Bahrain. Max Verstappen è apparso di un altro pianeta, supportato da una RB19 che fa realmente ciò che vuole il suo pilota. Sergio Perez ha completato un netto trionfo, ed ora i rivali iniziano a tremare.
Nelle ultime ore, è arrivato un commento molto interessante su ciò che è accaduto alla Red Bull in Bahrain, dove si sono evidenziati alcuni problemi a livello di assetto. A dirlo è stato Helmut Marko, un vero e proprio perfezionista che vuole che tutto funzioni al meglio in pista.
In casa Red Bull si evitano i festeggiamenti anticipati, visto che la stagione è ancora lunghissima. Tuttavia, la RB19 ha un margine abbastanza importante sugli avversari, visto che un secondo al giro sul passo gara è un qualcosa che recentemente si era visto negli anni migliori del dominio della Mercedes.
Il fine settimana di Sakhir però, non era cominciato nella maniera migliore per Max Verstappen ed il team di Milton Keynes. Il dottor Helmut Marko, super-consulente del team di Milton Keynes, aveva subito detto alla stampa, dopo le prime libere, che la macchina era strana, ben diversa dall’astronave che aveva dominato i test.
Lo stesso Marko è tornato a commentare quanto accaduto in quelle ore ai microfoni di “Formula1.de“, identificando nell’assetto uno dei problemi principali. Assieme al set-up, anche la maggior presenza di sabbia in pista è stata importante nella perdita di equilibrio, che poi è stato ritrovato strada facendo.
Ecco le sue parole: “Non è ancora chiaro cosa sia successo tra il venerdì ed il sabato in Bahrain, avevamo perso quell’equilibrio perfetto che c’era nei test. Forse ha a che fare con il cambiamento delle condizioni climatiche, un qualcosa del genere, magari anche una maggiore presenza di sabbia rispetto ai test della settimana precedente“.
Le nuove gomme Pirelli sembrano ben diverse da quelle 2022: “Sicuramente c’è anche un altro aspetto da considerare, ovvero le nuove gomme che sono molto sensibili. Anche la nostra vettura è sensibile a tanti aspetti, ed è probabile che su qualcosa non siamo stati perfetti a livello di trovare il giusto set-up. Quando manca l’assette giusto ed il bilanciamento, la macchina va troppo spesso in sottosterzo, e questa è una cosa che non piace a Max quando guida. Sergio guida molto bene in quelle condizioni, sa gestire alla grande la macchina, ed infatti era vicino a Max come tempi“.
Marko ha poi affermato che c’è ancora da lavorare per scoprire le cause precise del ritmo perduto al venerdì: “Se abbiamo capito il motivo di tutto ciò? A dire il vero no, è stato sorprendente e frustrante, perché nei test tutto era perfetto, poi siamo andati in pista al venerdì per le prove libere e tutto appariva diverso. Tuttavia, per nostra fortuna questa cosa è capitata anche alle altre squadre, ed è tutto a causa della sabbia. In seguito, anche se non senza difficoltà, siamo riusciti a trovare un assetto che ha permesso a Max di ottenere la pole position e di vincere anche la gara“.
La Red Bull è tornata al top alla domenica in Bahrain, mentre la Ferrari è ancora ben lontana dal proprio limite. Frederic Vasseur, il nuovo team principal del Cavallino, ha identificato in un assetto ben lontano dall’essere perfetto uno dei principali motivi del disastro di Sakhir.
A Maranello, secondo le indiscrezioni, c’è un grave ritardo da questo punto di vista, ma alcune fonti parlano di un possibile debutto dell’ala a pilone singolo già da Jeddah. Inoltre, la vettura soffriva sia di sottosterzo che di sovrasterzo, cosa ovviamente non ottimale per i piloti, soprattutto sul passo gara.
Carlos Sainz ha detto che non poteva spingere al massimo per evitare di distruggere le gomme anzitempo, e questa è la cosa peggiore per un pilota. Dopo i problemi delle prime libere, le RB19 sono invece tornate a volare, e Max Verstappen e Sergio Perez vanno ora a Jeddah per tentare la prima fuga iridata.
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