In Italia c’è una netta crisi del mercato dell’auto, soprattutto per quello che riguarda il nuovo. Scopriamo i motivi dei non acquisti.
In Italia il mercato dell’auto è in enorme crisi, forse più che negli altri paesi europei, ed i danni iniziano a farsi vedere sui dati delle case costruttrici. Al momento, e c’è poco da fare su questo, gli italiani non sono disposti a spendere certe cifre per comprare una vettura, ma visti i tempi che corrono non è poi così errato.
Auto che una volta erano delle semplici utilitarie sono arrivate a costare cifre folli per quello che è il loro reale valore, ed è normale che l’italiano, già sommerso dalle spese, non abbia intenzione di fare quel passo in avanti. Nelle prossime righe, scopriremo i motivi per i quali nel nostro paese si vendono poche vetture.
Auto, ecco perché gli italiani non la vogliono nuova
Il mercato dell’auto ha vissuto un anno terribile nel 2022, con acquisti che sono andati in picchiata, il che è stato sicuramente sorprendente se consideriamo che il confronto fatto era con il biennio precedente. L’anno che si è da poco concluso doveva essere quello della rinascita dopo l’incubo del Covid-19, ma si è trasformato in quello che ha condotto nel baratro il reparto automotive.
Il motivo è sicuramente legato alla crisi post-pandemia, ma anche alla guerra tra Russia ed Ucraina ed al caro vita che ne è conseguito. Un aspetto importante lo ha avuto la crisi dei microchip, che ha portato alcuni costruttori anche a fermare la produzione, destino che ha colpito giganti come Audi e Volkswagen.
Qualche accenno di miglioramento da parte del settore auto si è visto da novembre scorso, ed a febbraio c’è stato un +17,5% sulle vendite rispetto al 2022, ma è chiaro che ciò non basta per uscire dalla crisi. In particolare, un’indagine condotta da Findomestic ha stabilito che un solo consumatore su tre è disposto ad acquistare una vettura nuova in questo momento, il che è abbastanza preoccupante per il settore.
Uno dei motivi principali è la scarsa fiducia nelle nuove motorizzazioni, ed in questo caso, ci riferiamo ovviamente alle vetture elettriche. Le conferme arrivano dai dati stessi relativi allo scorso anno, che hanno messo in mostra un crollo notevole ed allarmante rispetto al 2021, quando i dati già non erano esaltanti.
Inoltre, anche l’inflazione sta facendo la sua parte, dal momento che i prezzi sono saliti in modo esponenziale praticamente per tutto ciò di cui noi facciamo uso nella vita quotidiana. Inoltre, come detto anche prima, la guerra tra Russia ed Ucraina ed i rincari che hanno toccato ogni aspetto della società hanno reso impossibile l’acquisto di una macchina, che ora rappresenta una spesa eccessiva.
Secondo la stessa indagine di Findomestic, pare che soltanto il 33% degli italiani sia interessato all’acquisto di una nuova vettura nei prossimi 12 mesi, che sia nuova o già usata. Un altro problema è dato dal fatto che molte persone, le quali sono intenzionate si a cambiare macchina, non sanno come sostituire quella che stanno mandando in pensione, per una difficoltà di scelta.
3 persone su 10 tra quelle intervistate, inoltre, non sanno che differenza c’è tra Mild Hybrid, full e plug-in hybrid, ed è chiaro che la cosa possa influenzare e di parecchio la scelta. Pensate che soltanto 1 su 5 italiani sono in grado di distinguerle, il che fa ben capire la situazione attuale nel nostro paese da questo punto di vista.
Le elettriche non riescono a far innamorare gli italiani
Le auto elettriche sono il vero e proprio tasto dolente, visto che non rientrano affatto nei piani degli italiani in questo periodo storico. I problemi principali per i nostri concittadini sono, prima di tutto, un prezzo troppo elevato, ma anche i guai legati alle ricariche visto il problema delle poche colonnine che sono state posizionate nel nostro paese.
Tornando al discorso dei prezzi, è chiaro che quello può essere un problema non da poco a pensarci bene, perché per il momento, è impossibile spendere meno di 20 mila euro per acquistare una EV, e stiamo parlando di una Dacia Sprint, non certo di una vettura di chissà quale lusso.
La speranza è che questo settore, in un futuro non troppo lontano, riesca a ripartire, mentre l’elettrificazione appare sempre più complessa da attuare vista la repulsione degli italiani, che proprio non vogliono cedere al ricatto dell’Unione Europea. I prossimi anni risulteranno decisivi in tal senso.