Le auto elettriche non sono l’unico modo per ridurre le emissioni nocive. Anche i carburanti sintetici possono aiutare. Scopriamo i dettagli.
Il mondo dell’automotive è in grande fermento e la ragione riguarda la progressiva messa al bando dei veicoli alimentati a diesel e benzina. In questo momento l’unica strada percorribile per il futuro pare essere quella dei mezzi elettrici e ibridi. Ma c’è una via finora sottovalutata, che invece potrebbe rendere l’avvenire del settore meno traumatico e drastico nei cambiamenti. Stiamo parlando dei carburanti sintetici.
Nei giorni scorsi, l’Unione Europea avrebbe dovuto confermare il divieto di cui sopra a partire dal 2035 per quanto riguarda le auto private, ma Bulgaria, Germania, Italia e Polonia si sono opposte, mettendo in stallo l’importante normativa. Lo scetticismo coinvolge gli aspetti economici. Si pensa infatti, che l’avvallo di un simile divieto potrebbe portare alla perdita di numerosi posti di lavoro. Un bel guaio specialmente nel nostro Paese, dove l’impiego rappresenta ormai da anni un punto debole.
Meglio dunque guardare alle alternative come gli e-fuel. In questo modo si darebbe un colpo al cerchio e uno alla botte. Salvaguardando le persone e diminuendo alle stesso tempo le emissioni nocive.
Carburanti sintetici, cosa sono e come si ottengono
Cerchiamo ora di capire di cosa stiamo parlando. Questo genere di carburanti si ottiene fondendo l’anidride carbonica con l’idrogeno attraverso l’elettrolisi. In pratica la CO2 presente nell’aria viene unita all’idrogeno presente nell’acqua, a sua volta separato dall’ossigeno. Ciò avviene tramite l’impiego massiccio dell’energia elettrica.
Ragion per cui è una pratica vantaggiosa solamente se il mix viene ricavato da fonti rinnovabili. Altrimenti si rischia sempre di affidarsi a quelle alternative come petrolio e carbone, non risolvendo il problema. Inoltre non va tralasciato che costo di un litro di questo tipo di carburante è più alto di quello comune.
Cosa dice l’analisi della Federazione Europea del Trasporto e L’ambiente
Sull’argomento sono stati effettuati diversi studi, come quello pubblicato nel maggio 2022 ad opera di Transport & Enviroment. Qui si dice che i bio-carburanti potrebbero ridurre dell’82 % le emissioni, ma appunto, soltanto se di provenienza eolica, solare o idrica. In caso contrario l’efficacia calerebbe del 53%.
In generale, ad oggi, le vetture full-electric restano la soluzione più ecologica. Inoltre, solo il 3% del parco macchine attualmente circolante risulta adatto ai bio-fuel. Per questo, suggerisce il report, potrebbero essere utilizzati almeno per gli aerei o le navi.
Ma quali sono le criticità poste da questa soluzione? Innanzitutto le quantità, enormi e difficili da raggiungere. In secondo luogo produrre i carburanti sostenibili è costoso e richiede molti investimenti, senza tralasciare che il processo di trasformazione è piuttosto complesso.
Una possibilità potrebbe dunque essere quella di affiancare i combustibili prodotti con la chimica, a quelli fossili. Secondo l’associazione europea che unisce le compagnie petrolifere, Concawe, nel 2030 potrebbero essere rilasciate un milione di tonnellate di carburanti sintetici per il trasporto su gomma. Nel 2035 la cifra salirebbe a sei milioni. Per poi passare a ventuno milioni nel 2040 e quarantasei nel 2050.
Detti così certi numeri potrebbero sembrare altissimi. Ed invece, come abbiamo analizzato, sarebbero in grado di soddisfare una percentuale infinitesimale dei veicoli sulle strade.
Porsche fa un importante annuncio
Per far fronte al bisogno di inquinare di meno, il costruttore di Stoccarda ha deciso di creare uno dipartimento in Cile per realizzare carburanti amici dell’ambiente, sfruttando interamente fonti rinnovabili. L’impianto sarà basato a Punta Arenas, capitale della regione di Magellano e avrà come ambizione quella di produrre cinquantacinque milioni di litri di e-fuel entro l’anno prossimo e addirittura cinquecentocinquanta milioni per il 2026.
“Questo progetto consentirà al nostro marchio di raggiungere il carbon zero già nel 2030“, la dichiarazione di uno dei membri del consiglio d’amministrazione Michael Steiner. “Questo genere di alimentazione si presta particolarmente bene per la 911, ma altresì per tutti i modelli del passato“.
Lo stesso Paese ispanoamericano si sta dando molto da fare da questo punto di vista e attraverso l’iniziativa National Green Hydrogen Strategy si candida a divenire un riferimento per l’idrogeno verde.
Alcuni esperti guardano al bio-fuel con scetticismo, proprio perché l’energia e i soldi necessari per renderlo fruibile sono parecchi. L’interrogativo che essi si pongono è quindi se ne valga davvero la pena. Considerata la durata di una batteria elettrica, verrebbe da rispondere di no. Ma siamo davvero sicuri che sia così?