La F1 ha introdotto il Budget Cap nel 2021, ma le polemiche non sono mancate per ciò che è accaduto con la Red Bull. Modifiche in vista.
La F1 è divisa in due in questo periodo, visto il grande successo commerciale ottenuto in questi anni, ma anche il ritorno della mancanza di spettacolo in pista. La Red Bull ha creato un siluro chiamato RB19, che prosegue sulla falsariga del dominio della seconda parte della scorsa stagione, consentendo a Max Verstappen e Sergio Perez di fare il vuoto sulla concorrenza.
Il team di Milton Keynes ha già conquistato 87 punti su 88 disponibili, piazzando due doppiette devastanti in Bahrain ed in Arabia Saudita. L’unica bella sorpresa di questa stagione è l’Aston Martin, che ha ottenuto una crescita incredibile e che è attualmente la seconda forza in pista.
Qualcuno ha già ironizzato sul fatto che le due squadre che hanno infranto il Budget Cap del 2021 siano quelle che hanno le prestazioni migliori, ma è chiaro che le cose non siano direttamente collegate, o almeno, non del tutto. In futuro è previsto un cambiamento sul tetto di spesa da parte della FIA, di cui si sta già cominciando a parlare in questi giorni.
La F1 e la FIA hanno deciso di introdurre il Budget Cap nel 2021, inasprendolo ancor di più per il 2022 con un tetto massimo di spesa pari a 140 milioni di dollari a stagione. Il caso legato a questa regola è esploso lo scorso anno, quando è venuto fuori che sia la Red Bull che l’Aston Martin avessero infranto il tetto massimo.
Il team di Milton Keynes lo ha fatto per delle cifre più importanti, rimediando una multa di 7 milioni ed una riduzione del 10% di tempo da trascorrere in galleria del vento, mentre quella di Aston Martin è stata vista come un’infrazione procedurale, dunque, non proprio un’eccedenza di spesa, cosa che a questi livelli può fare una bella differenza.
L’obiettivo del Budget Cap era quello di aiutare le squadre più piccole limitando le spese dei top team, sperando anche di impattare sulla competitività delle monoposto. Come volevasi dimostrare, tutto ciò non è accaduto, con Red Bull, Ferrari e Mercedes che hanno continuato a fare un altro sport nel 2022, con l’aggiunta della verdona per il 2023.
Uno dei grandi svantaggi per le squadre più piccole è l’impossibilità di avere fabbriche, gallerie del vento e simulatori all’altezza delle big, e con il Budget Cap non è possibile fare grandi progressi da questo punto di vista. Dunque, il tetto di spesa è diventato un boomerang, e sia Otmar Szafnauer dell’Alpine che James Vowles si sono scagliati contro questa regola.
Entrambi sono stati intervistati da “Motorsport.com“, con il team principal del team di Enstone che ha detto: “Se fossi un piccolo team e dovessi costruire una galleria del vento, non ne avrei la possibilità a causa del tetto di spese. Questo vorrebbe dire che non avrei speranze per competere con gli altri“.
Il boss della Williams, ex braccio destro di Toto Wolff in Mercedes, è un forte sostenitore del cambiamento delle regole, e non è da escludere che la FIA valuti questa opzione in chiave futura. La F1 è uno sport ricco di insidie e di tranelli, ed è chiaro che il caso Red Bull è destinato ancora a far discutere.
La Red Bull ha infranto il Budget Cap nel 2021, e per tutta risposta, la FIA l’ha penalizzata con un buffetto. Il team di Milton Keynes ha interpretato nel migliore dei modi le regole che hanno riportato l’effetto suolo in F1, ed è chiaro che la sanzione scelta dalla Federazione Internazionale non creerà problemi ai campioni del mondo.
La Mercedes si presenterà ad Imola con una versione del tutto rivista della freccia nera, ed in molti si chiedono come possa fare una seconda macchina senza infrangere il tetto di spesa. Il prossimo periodo, nel quale saranno presentati i bilanci sul 2022, sarà molto curioso da seguire, visto che in molti pensano ad ulteriori infrazioni. In quel caso, la regola perderebbe tutto il suo senso.
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