Al termine di un convulso GP dell’Australia Alonso ha chiuso di nuovo terzo. Lo spagnolo è stato anche protagonista di un incidente.
Per la terza volta in tre gare Fernando Alonso è salito sul podio. Dopo aver dato vita all’ennesima prestazione gagliarda, in quel di Melbourne il Samurai ha rischiato di vedere vanificata la sua fatica, per colpa di una scelta improvvida da parte della Federazione Internazionale. Quella di far ripartire la gara, sospesa dalla bandiera rossa per l’incidente occorso alla Haas di Kevin Magnussen, rimasto senza la gomma posteriore destra a seguito di un impatto contro le barriere. La numerosa presenza di detriti ha portato la direzione corsa a bloccare l’azione in pista. E a distanza di svariati minuti a dare un nuovo via da fermi, innescando di fatto una carambola clamorosa che ha visto uscire ben cinque macchine.
Tra gli episodi clou di quegli istanti anche il contatto tra il portacolori dell’Aston Martin e la Ferrari di Sainz. A salvare il due volte iridato è stato lo stop immediatamente successivo all’ecatombe che aveva preso forma. Mentre il figlio d’arte, al restart si è visto affibbiare cinque secondi di penalità per aver causato la collisione con il connazionale, piombando, una volta tagliato il traguardo dalla piazza quattro alla dodici. In pratica con zero punti di bottino.
“Non sapevo che fosse stato lui“, ha affermato a caldo il 41enne. “La red flag non era necessaria. Anche perché l’auto del danese era parcheggiata alla curva 4 e le Safety Car servono proprio in frangenti del genere a rallentare il passo del gruppo. Anche per questo la penalizzazione inflitta al ferrarista è stata dura e ingiusta. Quando si scatta le gomme sono fredde“, ha giustificato l’amico, approfondendo poi la tematica.
“Si interrompe un evento per ragioni di sicurezza e poi si permette di scattare di nuovo da fermi con venti auto che si trovano tutte assieme alla prima curva. E’ ovvio che si crei del pericolo e che succeda qualcosa“, ha asserito richiamando la FIA ad un dialogo sul controverso argomento.
Alonso festeggia, è lui il vero rivale di Verstappen?
C’è poco da dire l’Alo di oggi è il migliore dall’epoca gloriosa in Renault, quella dal 2005 al 2006. Anzi forse un po’ di più dato che l’età non è più quella di allora. La sua verve è davvero invidiabile e soprattutto lo è il suo atteggiamento determinato e volitivo. “E’ stato un GP vissuto come su una montagna russa. Ricco di emozioni, specialmente nell’ultima mezz’ora“, ha proseguito nella sua disamina.
“Sono molto contento di questo risultato. Durante il GP non sono riuscito mai ad attaccare Hamilton che aveva un gran ritmo, inoltre ho subito molta pressione da parte di Ferrari e Alpine che seguivano, anche se ad un certo punto il gap era ampio”, la sua disamina.
Infine il driver di Oviedo si è detto rassicurato per la solidità della vettura. “Toccando ferro l’affidabilità ci aiuta. Salvo il guasto patito da Stroll in Arabia Saudita, tutto sta filando liscio. Per quanto riguarda questo appuntamento, è stato cruciale aver terminato terzi e quarti Soprattutto alla luce del fatto che la Rossa di Leclerc era out, così come la Mercedes di Russell. E’ stata una bella domenica“, ha infine riconosciuto con ben chiaro l’obiettivo finale. Ovvero quello di insidiare la Red Bull per la coppa più prestigiosa.
Attualmente la verdona è la seconda forza in campo, ma ha già accumulato un certo distacco dagli energetici. Parliamo infatti di 123 punti a 65. Sul fronte graduatoria conduttori il gap è meno severo. In testa abbiamo Verstappen con 69 lunghezze. Il suo compagno di squadra Perez è secondo a 54. Mentre l’ex Ferrari, manco a dirlo, è terzo con 45.
Essendoci ancora venti round da affrontare può ancora succedere di tutto. Una cosa è emersa dall’Albert Park. La Stella è in fase di recupero, per cui potrebbe creare parecchio fastidio nelle date a venire del calendario.