F1, la statistica fa tremare i tifosi della Ferrari: dato impressionante

Undici titoli mondiali sul podio del Gran Premio d’Australia. La Ferrari, invece, ha concluso con zero punti. Nessun podio nei primi 3 GP del 2022.

Crisi nera per la Ferrari. Al di là di tutto il caos generato dalle tre bandiere rosse (insensate della direzione gara) per i numerosi incidenti dell’Albert Park il podio rispecchia i valori delle forze attuali. La F1 si sta trasformando in uno show televisivo costruito a tavolino. Con le bandiere rosse non si è fatto male nessuno, ma i rischi ci sono stati.

Ferrari SF-23 (ANSA)
Ferrari SF-23 con Sainz a Melbourne (ANSA)

Vi sono stati colpi di scena, ma studiati per creare il caos. Del resto è la strada intrapresa con Liberty Media. Michael Masi non c’entrava nulla, è l’indirizzo intrapreso dalla categoria regina del Motorsport. In questo show cosa si salva in Australia? Il podio e poco altro. Max Verstappen ha dominato anche con 3 bandiere rosse, mentre Hamilton ha colto il primo podio stagionale con una W14 in crescita.

Fernando Alonso ha collezionato il suo 101esimo podio, grazie alla terza medaglia di bronzo di fila. Non accadeva dalla tappa in Ungheria nel 2019. Oggi hanno festeggiato tre fenomenali campioni, ma in quel caso c’era ancora Vettel sulla Ferrari, al posto di Alonso. Tempi molto diversi per la Rossa. Nel 2019 la SF90 rispetto a questa SF23 sembrava una grande auto.

Verstappen ed Hamilton hanno avuto più fortuna, sfidandosi nel corso degli anni successivi. La Mercedes sembra in crescita, dopo un 2022 sotto tono, mentre la Ferrari è diventata la quarta forza. La Rossa sembra, chiaramente, alle spalle di RB, Mercedes e Aston Martin. L’obiettivo non era, comunque, arrivare quarti ma essere costanti in gara. E in questo caso non è riuscita ad avere un passo di molto superiore all’Alpine. La motivazione di fare bene c’è in casa Ferrari, ma la frustrazione per il risultato di Melbourne non farà fare i salti di gioia ai fan e alla squadra.

Un podio storico a Melbourne

Ad oggi i tre piloti più titolati del circus sono nelle prime tre posizioni, almeno in gara. Tra Verstappen e gli altri due driver sul podio, in classifica, c’è Sergio Perez. Il giro più veloce della gara è stato fatto registrare dal messicano, quinto al traguardo. Il Checo ha rovinato il suo weekend con un disastroso errore in Q1. Max Verstappen, invece, ha vinto la trentasettesima gara in carriera.

L’olandese si è dimostrato ancora una volta irrefrenabile sulla RB19, grazie ad una condotta di gara strepitosa. E’ stato calmo al via, nonostante il sorpasso magnifico subito da George Russell. Senza particolari patemi si è preso la leadership della gara nella battute successive e l’ha conservata sino alla fine, sebbene le varie interruzioni dettate dalle scelte paradossali dei giudici di gara. Purtroppo non è la prima volta che ci ritroviamo a raccontarvi di veri e propri GP falsati. Così si rischia di allontanare il tifo storico della Formula Uno.

Sul piano, invece, gestionale Hamilton ha amministrato bene la gara in una delle rare occasioni in cui la W14 si è dimostrata superiore rispetto alle aspettative della vigilia del Gran Premio. L’anglocaraibico si è tenuto stretta la seconda piazza, domando le ambizioni di Fernando Alonso, sempre più a suo agio al volante della AMR23.

Ferrari a picco

La Rossa ha chiuso con 0 punti. Uno dei peggiori start di sempre. Tutti e tre i piloti sul podio, invece, sono rimasti molto soddisfatti del risultato finale, sebbene vi sia stato un caos clamoroso. A giudicare le conseguenze del restart, dopo lo sbandieramento della seconda bandiera rossa, i giudici avrebbero fatto meglio a tenere in pista, per diversi giri, la SC oppure conservare la classifica precedente dopo il mega incidente avvenuto.

Alonso è stato speronato da Carlos Sainz che poi ha subito una penalità pesante di 5 secondi. Lo spagnolo, infatti, ha concluso al dodicesimo posto e la Ferrari, con Vasseur, ha dichiarato che non verrà effettuato alcun tipo di ricorso alla decisione dei direttori di gara. In ogni caso sul podio ci sono tre campioni straordinari che in momenti diversi della carriera stanno dimostrando di essere i più costanti della griglia.

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