La Ferrari ha vissuto un fine settimana da incubo a Melbourne, ma anche i suoi piloti hanno fatto peggio del previsto. Ecco perché.
In casa Ferrari non poteva esserci un inizio di stagione peggiore, con le prime tre gare che non hanno portato ad alcun podio. Il miglior risultato è stato un quarto posto ottenuto da Carlos Sainz in Bahrain, mentre per Charles Leclerc sono maturati addirittura due ritiri, lasciandolo al decimo posto in classifica con 6 punti, contro i 69 di Max Verstappen.
Sainz è quinto a quota 20, mentre la Ferrari è quarta con 26 punti, a -97 dalla devastante Red Bull. Si tratta di uno scenario terrificante, ed in quel di Melbourne, anche i due piloti ci hanno messo del loro per complicarsi la vita. Questa stagione ha bisogno di una svolta immediata, altrimenti non ci sarà speranza.
Ferrari, ecco perché i piloti potevano fare meglio
La Ferrari ha lasciato Melbourne con un doppio zero, cosa che in passato era accaduta soltanto nel 2006 e nel 2009. Charles Leclerc ha concluso la gara sulla pista di Melbourne, dove aveva dominato poco meno di un anno fa, solo dopo tre curve, a causa di un contatto con l’Aston Martin di Lance Stroll.
I replay hanno fatto capire che il canadese non ha alcuna colpa e che si tratta di un incidente di gara, ma è chiaro che il monegasco ha forzato troppo la mano in staccata andando a stringere contro la verdona, causando un contatto che era evitabile. Non è la prima volta che Leclerc si ritrova escluso al primo giro, e questo accade perché la smania di recuperare può giocare brutti scherzi.
Il week-end del monegasco è stato terribile, con un passo che non è mai stato all’altezza dei migliori, neanche a quella di Sainz che lo ha battuto in quasi tutte le sessioni, compresa la qualifica. Lo spagnolo aveva ben figurato ed aveva la quarta posizione finale a portata di mano, ma anche lui ha commesso un errore evitabile.
Alla ripartenza dalla penultima bandiera rossa, il madrileno ha forzato troppo la staccata finendo addosso all’Aston Martin di Fernando Alonso, portandolo a girarsi. L’ulteriori interruzione ha, di fatto, annullato quanto accaduto in quella ripartenza, riconsegnando al due volte campione del mondo il podio, mentre l’alfiere della Ferrari ha pagato l’onta dei 5 secondi di penalità.
Per la tipologia di contatto che c’è stata, la penalizzazione è sacrosanta, ma visto che tutti sono ripartiti vicini dopo la Safety Car, Sainz l’ha pagata in modo troppo esagerato, finendo dal quarto al dodicesimo posto. Inoltre, è stato sanzionato per una fase di gara che è stata praticamente cancellata dall’ultima bandiera rossa, e che non ha causato, a conti fatti, alcun danno al connazionale.
Per i due “Carli” è un momento delicato, terribile oseremmo dire, ed il futuro non promette nulla di buono. Questa monoposto è la quarta forza e si può fare ben poco, almeno per ora, per cercare di cambiare le carte in tavola. Gli sviluppi arriveranno ad Imola e Barcellona, ma a Baku ed a Miami ci sarà ancora da soffrire.
Anche i due “Carli” hanno una scusante ben nota
Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno commesso degli errori, ma c’è da dire una cosa sul loro rendimento. La Ferrari che hanno tra le mani non è affatto competitiva, ed è nell’indole del pilota calcare la mano per cercare di ottenere sempre il miglior risultato possibile, anche quando la monoposto non ti permette di raggiungere i risultati sperati.
Abbiamo fatto questo discorso anche per Marc Marquez nelle due ruote, che in quel di Portimao ha commesso un gravissimo e pericoloso errore, finendo addosso a Miguel Oliveira, causando l’infortunio di entrambi. Quando si sbaglia si ha sempre una grande percentuale di colpa, ma va detto che la frustrazione, in certi casi, può fare brutti scherzi.
In tal senso, Leclerc è messo molto peggio di Sainz, dal momento che per lo spagnolo questo è il terzo anno a Maranello, mentre il monegasco è addirittura al quinto. Se tracciamo un bilancio di questo periodo, Charles ha avuto una macchina adatta a competere per la vittoria per un massimo, ad occhio, di 17-18, ovvero meno di una stagione completa.
Nel 2019 e nel 2022 ci sono state molte possibilità di lottare per il successo, alcune sfruttate, molte altre no e non per colpe sue, o almeno, non nella maggior parte dei casi. A questo punto, i pensieri in chiave futura aumentano, e se la situazione non dovesse cambiare, l’addio si farebbe sempre più probabile.