Volkswagen e l’intreccio con Hitler: la storia vi lascerà senza fiato

Il marchio Volkswagen è stato impregnato delle mire imprenditoriali di Adolf Hitler. Fu proprio il Führer nazista a spingere per la creazione dell’auto del popolo.

In tedesco il marchio di Wolfsburg sta proprio a significare “vettura popolare”. Prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, su iniziativa di Ferdinand Porsche, per volontà di Hitler, nacque la Volkswagen. L’obiettivo era motorizzare i cittadini tedeschi, diffondendo l’utilitaria destinata a incrementare il numero di vetture su strada.

Adolf Hitler Volkswagen (Ansa Foto)
Adolf Hitler Volkswagen (Ansa Foto)

Le auto del brand teutonico sarebbero dovute risultare alla portata di tutti, senza rinunciare all’affidabilità e alla solidità. I tratti distintivi di forza della società tedesca avrebbero, anni dopo, avuto un impatto devastante nel mondo. Il DNA delle Volkswagen è rimasto fedele a certi principi, sino allo scandalo dieselgate e al successivo lavaggio delle coscienze con il passaggio alla gamma alla spina. Ecco il render del Maggiolino elettrico. L’ingegnere Ferdinand Porsche, a capo dell’omonimo studio di progettazione ideato nel ’31, ebbe un ruolo essenziale per la nascita di uno dei produttori più noti al mondo.

Finché l’automobile resterà privilegio esclusivo della classe benestante, per tutti gli altri milioni di bravi lavoratori, sarà amara la sensazione di sentirsi esclusi dalla possibilità di utilizzare questo mezzo di trasporto, che non soltanto potrebbe essere loro utile, ma potrebbe anche essere fonte di felicità e gioia nelle giornate di festa. Dobbiamo togliere all’automobile il carattere di privilegio e il valore di spartiacque che ha assunto tra le fasce sociali!”, annunciò Adolf Hitler alla folla.

I proclami del Führer convinsero tutti. L’idea di avere un’auto per il popolo che soddisfasse le esigenze dei più, grazie ad un prezzo contenuto, era un chiaro segnale di crescita di un Paese con mire espansionistiche. Diede, con il lancio della Typ 1, la possibilità di acquisire un bene che fino ad allora era stato per pochi eletti. Un mezzo per la città, ma anche per le gite fuori porta. Il dittatore galvanizzò il popolo ed incaricò del progetto il papà della Porsche.

La nascita di un mito

Il Führer optò per la creazione di una mega factory nella Bassa Sassonia. Nella cittadina di Wolfsburg, non molto distante da Hannover, nacque la VW. Hitler prese parte all’evento inaugurale che si svolse nel 1938, lanciando la produzione che, nel giro di qualche tempo, divenne militare. La Typ 1, da auto per il popolo, si trasformò in vettura per l’esercito nella WWII. Le cd. Kübelwagen, ovvero l’auto-tinozza, furono utilizzate come mezzo di trasporto leggero dagli ufficiali della Wehrmacht e la Schwimmwagen, una vettura auto anfibia.

La Typ 1, meglio conosciuta in Italia come Maggiolino in versione Typ 1/113 M15, o Maggiolone nella versione Typ 1/1302 e 1303, fu prodotta dal 1938 al 2003, nelle sue varie declinazioni. Dopo il conflitto bellico divenne un’auto simbolo della libertà di movimento. All’epoca per favorire la diffusione del mezzo Hitler decise di abbassare la tassa di circolazione sulle auto nuove, semplificò le regole per ottenere la patente di guida e avanzò un piano di sviluppo per la rete autostradale.

La Germania, in questo modo, non solo lanciò un messaggio ai propri cittadini ma al mondo intero. L’industria automobilistica non fu più la stessa. Ferdinand Porsche presentò tre prototipi, di cui due berline e una cabriolet a Hitler in persona che, entusiasta del lavoro dell’ingegnere, scelse di investire nella costruzione delle fabbriche per procedere alla produzione.

Volkswagen, i successi del Maggiolino

La linea bombata della vettura fu, decisamente, indovinata. Ora potrebbe tornare in commercio. Per sessantacinque anni ha entusiasmato gli appassionati di auto. Hitler, nel suo discorso per l’inaugurazione della VW, ebbe solo parole dolci per Porsche: “Sono lieto che un brillante tecnico, Ferdinand Porsche, insieme al suo staff, abbia completato i progetti della macchina del popolo. Prima che l’estate sia terminata, i prototipi inizieranno i test di prova”.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la produzione delle auto per i civili riprese senza sosta. Ivan Hirst, maggiore dell’esercito inglese, e il figlio di Ferdinand Porsche portarono avanti i progetti. Il Maggiolino è sicuramente l’automobile tedesca più conosciuta al mondo, simbolo anche della rinascita industriale teutonica, nonché il primo modello Volkswagen in assoluto. Con 21.529.464 unità realizzate è, attualmente, la quarta auto al mondo per numero di esemplari prodotti, dopo Toyota Corolla, Ford F-150 e la sorella Golf.

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