Marco Melandri ha affiancato, nel 2008, Casey Stoner nel team emiliano. Conosce bene la realtà Ducati e si è espresso senza mezzi termini sul duello tra ducatisti.
Marco Melandri è solito dire quello che pensa. Piaccia o no, il rider di Ravenna ha espresso un giudizio chiaro sulla situazione interna alla casa di Borgo Panigale. Nel corso della sua carriera ha ottenuto risultati discreti, frutto di un talento cristallino. Gli è sempre mancato quel pizzico di costanza e la chance di arrivare al posto giusto al momento giusto in MotoGP.
Dopo il biennio in Yamaha, nei primi 3 anni nel team Honda Gresini, Melandri si è sempre classificato primo tra i piloti che gareggiavano con un team satellite. Qualità che abbiamo riscontrato lo scorso anno in Enea Bastianini e in questa stagione in Marco Bezzecchi. Il Bestia è arrivato terzo nel 2022 in sella alla Desmosedici GP21 del team Gresini, mentre il Bez ha ottenuto risultati sorprendenti nel team Mooney VR46.
Dopo aver ottenuto il riconoscimento di rookie dell’anno il romagnolo è esploso nel 2023 sulla GP22. Non si tratta di una moto qualsiasi, avendo riportato sul tetto del mondo un italiano a distanza di 13 anni dal titolo di Valentino Rossi. Il favorito per la stagione in corso è proprio il campione del mondo, Pecco Bagnaia, della squadra corse ufficiale.
Dopo l’esordio convincente in Portogallo, condito dalla prima storica vittoria nella Sprint e dal successo nel GP, il torinese è scivolato nella tappa argentina quando era al secondo posto della classifica. Il numero 1 potrebbe rifarsi già ad Austin, sfruttando le assenza di Enea Bastianini e Marc Marquez, autentici mattatori sul tracciato del COTA.
L’esperienza di Melandri
Dopo essersi messo alla prova in Yamaha e Honda, Macho decise di sposare l’avventura in Ducati. L’anno precedente la casa di Borgo Panigale aveva festeggiato il titolo costruttori e quello piloti con Stoner. Il confronto interno con l’australiano fu impietoso. Nel 2008 l’italiano registrò come miglior risultato un 5º posto nel Gran Premio della Cina.
Il ravennate, considerati i risultati non all’altezza, decise di chiudere la sua esperienza dopo il primo anno. Concluse la prima ed unica annata con la casa di Borgo Panigale al 17º posto con 51 punti. Rescisse il contratto e firmò per la Kawasaki per la stagione successiva. L’iridato nel 2002 in classe 250 e vice campione del mondo della MotoGP nel 2005, conosce bene l’ambiente e si è lanciato in una previsione ardita sulla lotta tra Bezzecchi e Bagnaia.
L’opinione dell’ex ducatista
“Non credo che Ducati permetterà ad un team satellite di stare davanti a quello ufficiale – ha dichiarato Marco nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport – [Bezzecchi] in Argentina è stato pazzesco: nella Sprint ha fatto le prove generali, e nella gara della domenica ha meritatamente vinto. Possibilità di titolo? Dato che è in testa al Mondiale direi di sì: ha le capacità per riuscirci. Ma se dovessi scommettere su qualcuno non punterei su di lui”.
Le chance di vincere un titolo per Marco Bezzecchi sarebbero inferiori, proprio perché il centauro dell’Academy VR46 non farebbe parte del team ufficiale. Il Bez, in ogni caso, potrebbe approfittare dei passi falsi di Pecco, sfruttando la sua regolarità. Non è il favorito anche per una questione d’esperienza, ma se dovese vincere con netto vantaggio, come accaduto a Termas Rio Hondo, nessuno potrebbe fermarlo.
Nemmeno se arrivasse al muretto Mooney VR46 la triade Ciabatti – Tardozzi – Dall’Igna si potrebbe fare granché. Il vantaggio di Pecco deriva dalla possibilità di godere del miglior materiale tecnico possibile e di un livello d’esperienza superiore rispetto a tutti gli altri piloti dei team Pramac, Gresini e Mooney VR46.
In MotoGP non è mai successo che il mondiale fosse conquistato da un pilota non appartenente ad una squadra ufficiale. Ci è andato molto vicino un altro pilota dell’Academy del Dottore, Franco Morbidelli. Quest’ultimo sfiorò il riconoscimento iridato nel 2020 in sella alla Yamaha del team satellite Petronas.