La Red Bull RB19 sta disintegrando la concorrenza, ma qual è il suo segreto? Cerchiamo di capire perché è così superiore agli altri.
Quanto fatto dalla Red Bull in questo inizio di stagione è degno dei migliori cicli tecnici della storia della F1, e ci sono i risultati a dimostrarlo in pieno. La RB19 ha iniziato la stagione come un rullo compressore, portando a casa tre vittorie ed altrettante pole position a Sakhir, Jeddah e Melbourne.
Max Verstappen è in fuga nel mondiale, e non ci sembra realistico credere che Sergio Perez possa disturbarlo nella sua cavalcata verso il titolo. Super Max sta guidando questo siluro nel modo migliore possibile, ed anche a Melbourne lo ha dimostrato con una pole position imperiale, mentre il compagno di squadra andava fuori in Q1 per un errore.
La Red Bull sembra aver costruito un vantaggio che non solo la renderà imbattibile nel 2023, ma che anche in futuro potrebbe vederla dominare la scena senza particolari problemi, almeno, con queste regole. Nelle prossime righe, vi spiegheremo uno dei grandi segreti di questa vettura.
Red Bull, le ruote connesse alle sospensioni sono geniali
La Red Bull ha evidentemente trovato qualcosa di geniale, grazie al lavoro certosino del fenomenale Adrian Newey e del direttore tecnico Pierre Waché. La RB19 fa la differenza sugli avversari per la capacità di sfruttare in maniera perfetta l’effetto suolo, girando bassissima da terra e raggiungendo livelli di aderenza che gli altri le invidiano, mantenendo anche un’efficienza aerodinamica fuori dalla portata dei rivali.
Secondo un’interessante analisi tecnica svolta da “Formulapassion.it“, uno dei grandi segreti di questa RB19 sarebbero le ruote anteriori connesse da un unico braccetto superiore. Tuttavia, questo è un qualcosa che è perfettamente all’interno delle regole, ed è stato sfruttato alla perfezione una sorta di buco nel regolamento, una delle famose zone grigie.
Le regole attuali vietano infatti che due elementi diversi della sospensione siano collegati, ma qui siamo perfettamente in linea con ciò che dicono le direttive della FIA, visto che l’elemento è unico e non sono due differenti tra di loro. L’utilizzo, inoltre, di una sospensione anteriore pull-rod, che solo la McLaren monta tra gli altri, ma con risultati ben diversi, e questa soluzione di cui vi abbiamo parlato, favorisce delle altezze da terra bassissime.
La Red Bull ottiene così una rigidezza verticale che le permette di viaggiare praticamente a raso con il suolo, e questa cosa era già stata sottolineata nel corso dei test invernali. La prima a parlare di questa soluzione era stata la Mercedes, che tuttavia non ha avanzato la possibilità di illeciti, sottolineando solamente la bravura di questa squadra nel trovare una soluzione del genere.
Un vantaggio tecnico che può durare per anni
Frederic Vasseur ha parlato in questi giorni dello strapotere della Red Bull, ponendo la propria attenzione sul famoso super DRS. La Ferrari, stando alle parole del team principal, deve cercare di capire come recuperare da questo punto di vista, ma sono tanti gli aspetti in cui la RB19 ha una superiorità tecnica mostruosa sugli avversari.
A Melbourne, la differenza con gli altri è stata minore rispetto alle prime due gare, ma c’è un però. Stando alle varie analisi post-gara, pare che la power unit Honda non fosse al massimo per evitare problemi tecnici, anche se c’è stato un giro in particolare in cui si è visto un delta di prestazioni inquietante per la concorrenza.
Ci stiamo riferendo al momento del sorpasso di Max Verstappen nei confronti della Mercedes di Lewis Hamilton, avvenuto al dodicesimo giro. L’olandese ha azionato il DRS sul tratto rinnovato lo scorso anno, passando il rivale con un vantaggio di 36 km/h in termini di velocità di punta, un delta che nessun’altra vettura riesce a creare con ala aperta.
Nel terzo settore di quel giro, il figlio di Jos ha guadagnato qualcosa come due secondi su Sir Lewis, dando prova del reale potenziale di questa macchina nel momento in cui viene messa alla frusta, come era già accaduto in quel di Jeddah nella parte finale della corsa, stregando tutti gli altri.
Con questa situazione tecnica, c’è la netta sensazione che il team di Milton Keynes possa dominare la scena almeno sino a fine 2025, quando il ciclo tecnico attuale delle power unit si esaurirà lasciando spazio ai nuovi motori, in arrivo nel 2026. Tempi duri, dunque, per tutti gli avversari.