Il mondiale di F1 riposerà quasi un mese prima di tornare in pista a Baku, per il quarto atto stagionale. Ecco perché si può dare battaglia.
Per la F1 c’è quasi un mese di stop che intercorre tra il Gran Premio di Australia e quello di Azerbaijan, le cui prove libere andranno in scena il prossimo 28 di aprile. Questo significa che Mercedes, Ferrari ed Aston Martin avranno qualche settimana di tempo per riordinare le idee, nella speranza di capire come cercare di agganciare la dominante Red Bull.
Il team di Milton Keynes sta ammazzando la competizione nella F1 attuale, ed a nulla è valsa la penalità in galleria del vento per la questione Budget Cap. La RB19 è un siluro che non ha rivali, e negli altri team è corsa contro il tempo per cercare di sistemare le cose. Nel frattempo, non resta che attaccarsi ad un qualcosa che è accaduto lo scorso anno.
F1, la Sprint Race un’arma per gli avversari
Nel fine settimana del Gran Premio di Azerbaijan, la F1 potrebbe introdurre un format del tutto nuovo, in concomitanza con la prima Sprint Race della stagione. In quel di Baku potrebbero infatti essere disputate due qualifiche, una delle quali assegnerà la pole position per la “garetta” del sabato, l’altra, invece, lo farà per la gara della domenica.
Se diamo uno sguardo alle tre Sprint Race del 2022, ne esce fuori uno scenario molto curioso. Infatti, la Red Bull dominò la scena ad Imola, con Max Verstappen che infilò al penultimo giro la Ferrari di Charles Leclerc, ma in Austria ed in Brasile, le cose andarono in maniera diversa. Nei fine settimana in cui c’è questa gara extra, si disputa un turno in meno di prove libere, ed in entrambi i casi, la Red Bull andò in crisi nella gestione della gomma, soprattutto nel Gran Premio domenicale.
A Spielberg infatti, Verstappen vinse la Sprint, per poi essere nettamente battuto in gara da Leclerc. Ad Interlagos invece, la Red Bull fu addirittura terza forza, considerando che la Mercedes fece doppietta con George Russell alla prima vittoria in carriera, seguito da Lewis Hamilton e dalle Ferrari. Le Red Bull, dunque, in due dei tre week-end con la Sprint Race andarono in netta difficoltà, quasi come se la perdita di un turno di prove libere le avesse creato dei seri problemi sul fronte dell’assetto.
Va però detto che la RB19 ha un vantaggio sugli avversari che è nettamente superiore rispetto a quello dello scorso anno, con una vettura che sfrutta in maniera perfetta le nuove regole che hanno riportato in F1 l’effetto suolo. In un momento come questo, gli avversari possono aggrapparsi solamente al duro lavoro ed alle speranze, augurandosi che la musica cambi in fretta.
La pista sorride comunque alle RB19
La pista di Baku è entrata in calendario nel 2016, e la Red Bull è la regina assoluta di questo tracciato, dove ha vinto con ben tre piloti diversi. Nel 2017, dopo il successo della Mercedes di Nico Rosberg dell’anno precedente, il trionfo se lo prese Daniel Ricciardo, che sfrutto una gara a dir poco caotica per mettersi davanti a tutti e vincere la corsa.
Il biennio successivo ha riportato la Mercedes davanti a tutti, con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas sugli scudi. Dopo la sosta datata 2020 per il Covid-19, il Circus è tornato a Baku nel 2021, ed in quel caso, ad imporsi fu Sergio Perez. Il messicano, sempre molto competitivo su questa pista, anche ai tempi della Force India, ha avuto la meglio grazie alla foratura che ha portato fuori gara Max Verstappen a pochi giri dal traguardo.
L’olandese si è rifatto nel 2022, guidando la doppietta Red Bull davanti allo stesso Checo. Super Max fu agevolato e non poco dal doppio ritiro delle Ferrari, con Carlos Sainz fuori per un guasto al brake by wire, mentre Charles Leclerc fu costretto al ko da un problema alla power unit, arrivato in un momento in cui era al comando delle operazioni.
La pista ricorda, per alcuni aspetti, quella di Jeddah, con dei lunghissimi rettilinei situati tra i muretti della città dell’Azerbaijan. In questo aspetto, la Red Bull può fare la differenza grazie alla sua efficienza, in particolare nei momenti in cui andrà ad aprire il DRS. L’unica speranza della concorrenza è cercare di limitare il gap con gli assetti.