Si ripete il dramma nel corso di un rally. E’ successo in Spagna. Per i pilota non c’è stato nulla da fare. All’ospedale la copilota.
Dopo la scomparsa del nordirlandese della Hyundai Craig Breen nel corso di un test in preparazione al Rally di Croazia, e quella appena successiva dell’intero equipaggio della Citroen Julio César Castrillo, Francisco Javier Álvarez impegnato al Villa de Tineo, prova facente parte del Campionato delle Asturie, questo weekend è arrivata un’altra terribile notizia.
David Lopez Tomico stava affrontando la seconda speciale della prima edizione del San Bartolomé de Pinares, in Spagna, quando al chilometro 15 della AV-503, è uscito di strada finendo in un burrone profondo cinquanta metri.
Il capottamento è stato talmente violento da distruggere la sua Grande Punto. Subito sono stati allerati i soccorsi, nello specifico il Centro di Emergenza 1-1-2 di Castilla y Leon. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso, un’ambulanza e addirittura Protezione Civile.
Purtroppo i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del driver del team CD Médula Sport. Più fortunata la navigatrice Natalia Rios Diaz, estratta dal groviglio di lamiere grazie all’alacre lavoro dei vigili del fuoco di Avila e trasportata all’ospedale seppur in gravi condizioni. A fronte dell’ennesima tragedia su un percorso rallistico, gli organizzatori non hanno potuto fare altro che cancellare la manifestazione, di fatto appena partita, e, come detto, al debutto assoluto.
Giusto lo scorso anno Lopez Tomico aveva comincianto a gareggiare per la scuderia gestita da Sergio Vallejo, campione nazionale di categoria, mentre questi si apprestava a debuttare alla Dakar, la celebre maratona a tappe che si svolge tra dune e sabbia, questa volta interamente in territorio saudita. Ironia della sorte,aveva svolto il ruolo di ingegnere nel programma dedicato ai raid desertici per l’equipe Astara, che in quel momento schierava proprio colui che sarebbe diventato il suo boss.
“Ancora una volta questo sport ci colpisce dove fa più male“, la dichiarazione affranta del responsabile della squadra in una nota ufficiale che testimonia la perdita di un corridore, ma ancora di più di una persona cara. “Ci ha lasciato uno di noi. Un appassionato di competizioni, al top nel suo lavoro, nonché esempio di perseveranza. Era entrato a far parte del nostro gruppo nel 2022 e il suo spirito e la sua forza erano stati fondamentali per il progetto della Dakar dello scorso gennaio. Oggi non abbiamo perso soltanto un tecnico o un membro del team, ma un amico. Uno di quelli veri“.
Questo nuovo incidente rivelatosi fatale, serve a far riflettere sul fatto che nonostante si stia facendo molto sul fronte sicurezza, il motorsport è imprevedibile e può portare ad esiti drammatici come questo. Fa male pensare che nell’arco di una decina di giorni siano andati via quattro ragazzi che stavano facendo quello che più amavano. Un destino amaro, questo, che potrebbe prestare il fianco a polemiche sulla necessità di proseguire con le corse. Da alcuni viste come qualcosa di totalmente inutile e stupidamente pericoloso.
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