Due partecipanti hanno perso la vita al Morocco Desert Challenge. Un copilota francese e un motociclista olandese sono deceduti nella stessa gara del rally raid a sole 48 ore di distanza.
Il Morocco Desert Challenge è un noto raduno annuale nel deserto. Il rally raid, sino al 2017 chiamato Libya Rally, inizia dalla città costiera atlantica di Agadir per terminare a Saïdia sulle rive del Mar Mediterraneo. Una città nella provincia di Berkane, nella regione orientale del Marocco. Essendo una sfida estrema sul deserto, il Morocco Desert Challenge comincia con un sopraluogo tecnico ad Agadir, seguito da un prologo sulla Plage Blanche, a circa 200 chilometri a sud della città.
La competizione si svolge come se fosse una mini Dakar su più tappe, comprese tra i 300 e i 400 km. I piloti e lo staff dormono in un bivacco nel deserto. C’è, però, una particolarità che la fa differire anche dagli altri rally-raid. Si tratta, infatti, di una competizione che avviene senza collegamenti, con ogni fase che inizia alla fine della fase precedente. Superfluo aggiungere che si tratta di una sfida che espone i protagonisti a rischi continui.
E’ un periodo, tra l’altro, nero per il mondo del Rally. Dopo la scomparsa di Craig Breen vi sono stati diversi lutti che hanno sconvolto il Motorsport sullo sterrato. Il Morocco Desert Challenge non è un evento che ha lo stesso impatto mediatico del WRC o della Dakar, ma la concatenazione di tragedie ha mandato nello sconforto tutti i fan del Motorsport, anche i protagonisti presenti nel deserto per l’ultima edizione.
Il primo duro colpo è avvenuto nella quarta tappa con un pesante incidente che ha messo fine alla vita di Laurent Lichtleuchter, copilota del francese Patrice Garrouste. Il suo mezzo è stato investito ad alta velocità (140 km/h) da quello di un altro protagonista della corsa. Purtroppo la polvere non ha permesso la giusta visibilità e le conseguenze sono state drammatiche.
Lichtleuchter è morto sul colpo. Si trattava di un professionista anche molto esperto, avendo preso parte a 15 partecipazioni e avendo collezionato diversi trionfi nella categoria T2. Inoltre, l’impatto violentissimo ha provocato l’incendio della vettura, dal quale il pilota è, fortunatamente riuscito a salvarsi, pur subendo alcune ustioni alle mani e al volto. Sarebbe, quindi, potuto anche finire peggio.
Purtroppo la seconda vittima è arrivata puntuale, in occasione della quinta tappa, ma stavolta si è trattato di un motociclista. Bram van der Wouden, 48 anni, è stato trovato senza vita, sdraiato accanto alla sua motocicletta quando presumibilmente si era fermato. Purtroppo non c’è stato nulla da fare, nonostante l’arrivo dei servizi medici. Il centauro avrebbe dovuto prendere parte alla Dakar nel 2024 e si stava preparando alla grande sfida del prossimo anno.
In questo caso dovrebbe essere stato un colpo di calore a stroncare la vita del pilota. Le temperature sulle dune hanno raggiunto picchi estremi, ben al di sopra dei 50 gradi. Con tute e casco integrale è, davvero, impressionante poter reggere certi ritmi. E’ stata, infatti, annullata la tappa successiva per permettere anche un po’ di riposo agli amatori, sperando che non si registrino altre immani tragedie.
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