Mentre Leclerc ha finora potuto sorridere in Azerbaijan, Sainz mastica amaro. Anche la mini-gara del sabato è stata al di sotto delle attese.
Quinto al traguardo della Sprint Race del sabato in quel di Baku, una volta tornato nel paddock Carlos Sainz si è mostrato tutto fuorché soddisfatto. A pesare sul suo cuore non sono stati soltanto i dieci secondo abbondanti dal vincitore Sergio Perez, quanto i quasi sei accumulati sul compagno di squadra Charles Leclerc.
Benché in classifica generale il madrileno occupi la quinta piazza con 24 punti, mentre il monegasco l’ottava con 13 lunghezze, il suo livello di confort con l’auto resta piuttosto basso. Il timore di tornare a trovarsi nella situazione dello scorso anno, quando patì il confronto con il vicino di box è alta. E a caldo non si è vergognato di ammettere di star soffrendo questo format scellerato che mette inutilmente sotto pressione squadre e corridori.
“Ho cercato di limitare i danni“, ha affermato analizzando il suo sabato pomeriggio. “Per il momento è tutto quello che posso fare in un weekend molto difficile, strano, intenso dal punto di vista mentale. Guidare una macchina che non ti dà fiducia, su una pista come questa, rende ogni giro complicato“.
Sainz alla ricerca della chiave della SF23
Il suo principale obiettivo ora, è imitare il #16, tentare di individuare quei particolari che potrebbero aiutarlo a leggere in maniera più efficace una monoposto che non sente sua. “Sto facendo dei progressi attraverso piccoli cambiamenti per provare ad avvicinarmi a quello che sta facendo Charles”, ha rivelato mostrando tutto il suo disagio per non poter modificare più di tanto l’assetto, almeno in vista del GP di domenica.
“So di non poter cambiare nulla sulla macchina per migliorarla, per cui sono bloccato“, ha asserito quasi rassegnato una corsa di attendismo e difesa. Rispetto a come l’avevamo lasciata quasi un mese fa in Australia, questa macchina non sembra più la stessa. Grazie ai ritocchi nella filosofia del set-up, l’auto è tornata ad essere molto più veloce sul giro secco.
Tuttavia, quando è il momento di misurarsi sulla distanza le problematiche si rifanno sentire. Tra queste, non si può non citare l’eccessiva usura delle gomme. “Mi sembra che in qualifica i cambiamenti apportati stiano pagando. Il mio team-mate lo ha confermato nella caccia al tempo. Il potenziale sicuramente c’è. Per quanto mi riguarda nella Sprint Race non mi sono trovato bene e non ho visto evidenti passi avanti“.
Per il figlio d’arte la sensazione è quella di brancolare nel buio. Il ritmo non è ancora quello dei più forti. E ad agitare gli animi è anche la ripresa della Mercedes, che rispetto a loro pare lamentare meno criticità nell’utilizzo delle coperture. Anche per questo motivo non gli è stato possibile agguantare Russell. “Sul finale è andato via. Ciò significa che abbiamo ancora del lavoro da fare per il gran premio“.
C’è da dire che a differenza del driver del Principato, l’iberico ha commesso meno sbavature nel corso di questo fine settimana. Vedremo se saprà trasformare questo aspetto in efficacia.