La famiglia Agnelli è tra le più ricche al mondo. Con un patrimonio miliardario possono permettersi il lusso di investire in svariati settori.
I soldi portano soldi, afferma un noto detto popolare. Quando si dispone di ingenti capitali è più facile differenziare le partecipazioni e lo “shopping” assume dei contorni molto profittevoli. Nel complesso le attività della famiglia, attraverso la finanziaria Exor, sono così variegate da non poter mai conoscere una crisi totale.
La quasi totalità delle partecipazione è in società che si occupano di materie prime e minerali, come si evince sulle colonne del Fatto Quotidiano. Gli acquisti vengono portati avanti attraverso una società londinese che usa due fondi in Lussemburgo. Si tratta di sistemi molto ingegnosi per investire in svariati settori, tra cui anche la salute, il lusso e la tecnologia.
John Elkann, amministratore delegato della società, che controlla gruppi come Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh Industrial ha una lista di investimenti da far impallidire anche i “Paperoni” più ricchi al mondo. Secondo un report del quotidiano Milano Finanza, con Exor, gli investimenti previsti sfiorerebbero i 700 milioni di euro, divisi tra una decina di società. La fetta più ampia della torta è la partecipazione da 170 milioni di dollari in Schlumberger, gruppo texano di servizi per l’industria del petrolio.
Nonostante la rivoluzione “green” che investirà la FIAT e tutte le altre case costruttrici, la famiglia piemontese ha scelto di tenere ben saldi i piedi negli investimenti petroliferi. Difatti, altri 43 milioni sono stati immessi in Liberty Oilfield Services, compagnia petrolifera che opera nell’ambito dell’estrazione di greggio dalle rocce.
Agnelli, oro e tante start up
La holding della famiglia torinese investirà 5 miliardi di quella che John Elkann definisce una “potenza di fuoco”. L’obiettivo è acquisire “una società di grandi dimensioni, più da 3 a 5 società minori”. Per l’erede designato di Gianni Agnelli l’obiettivo è “salute, lusso e tecnologia, ma saranno valutati altri settori sufficientemente attrattivi. Siamo in una fase di studio – ha annunciato John Elkann, come riportato sulla Repubblica – e siamo incoraggiati dalle molte compagnie che ci sono“.
Il portafoglio di investimenti riguarda anche il caro vecchio oro, una garanzia sul piano della tenuta. 55 milioni in Harmony Gold, 63 milioni in Novagold e altri 13 milioni in New Gold, a cui si aggiungono anche 16 milioni di investimenti in Van Eck Jr Gold Miners. Non solo l’elemento chimico di numero atomico 79, manche platino e palladio, con 153 milioni puntati sul gruppo sudafricano Sibanye Stillwater.
Gli investimenti degli Agnelli riguardano anche l’uranio (137 milioni in Comeco), 54 milioni investiti dell’operatore di gas naturale Range Res e i 25 milioni nel gruppo dell’argento Gatos Silver. Inoltre, altri 100 milioni sono stati investiti nella partecipazione in Veon, gruppo tlc con sede ad Amsterdam. Exor, d’altra parte, ha la sede fiscale in Olanda.
La controllata degli Agnelli possiede il 22% di Ferrari ed è il primo azionista, con il 14%, del Gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA. Exor è primo azionista del nuovo gruppo con il 14,4%, mentre in FCA aveva il 28,5%. Elkann, inoltre, investe con profitto nel mondo dell’editoria. Exor controlla il 43% del settimanale britannico The Economist e l’86% del gruppo editoriale Gedi, nei quali confluiscono, tra gli altri, i quotidiani “Repubblica” e “Stampa”.