Il figlio d’arte del Matador ha riscontrato l’ennesimo inizio stagionale in salita. La nuova SF-23, nonostante avrebbe dovuto essere più vicina alle caratteristiche di Sainz, non ha portato, sin qui, grandi risultati.
Ancora una volta Carlos Sainz si è ritrovato a gestire una difficile grana interna sulle auto ad effetto suolo. Il pilota madrileno non è riuscito, con il nuovo regolamento tecnico, a mantenere fede alla regolarità che aveva dimostrato al volante delle monoposto della precedente generazione. Se lo scorso anno aveva iniziato con due podi nei primi due Gran Premi, nelle prime 4 gare del 2023 Carlos non ha portato a casa nemmeno un piazzamento sul podio.
Nell’unico Gran Premio in cui, realmente, avrebbe avuto la possibilità di lottare per il terzo gradino ha commesso un errore grave, punito pesantemente dalla direzione gara, concludendo così al dodicesimo posto il Gran Premio d’Australia. La stagione del #55 è cominciata con un quarto posto in Bahrain, un sesto in Arabia Saudita e due quinte posizioni in Azerbaijan, equamente divise tra la Sprint Race e il Gran Premio domenicale.
A Baku è emerso in modo chiaro il mismatch con il compagno di squadra, capace almeno di marcare la pole position e di chiudere sul terzo gradino del podio. Nonostante in classifica lo spagnolo sia davanti al monegasco le prestazioni dei due sono, diametralmente, opposte. Leclerc ha dimostrato di poter avere dei lampi di talento puro, mentre Sainz ha continuato a latitare in una mediocrità allarmante, specialmente se paragonato alle seconde guide degli altri top team.
Sergio Perez, spesso paragonato al figlio d’arte del Matador, sta sfruttando il potenziale dell’auto ad effetto suolo austriaca in ogni occasione in cui Max Verstappen ha qualche difficoltà. Del resto è ciò che dovrebbe fare una seconda guida, mentre il colpo rifilato ad Alonso nel Gran Premio d’Australia ha certificato che la crescita del #55 è tutt’altro che semplice. La SF23 è un’auto che degrada, facilmente, le gomme e che non ha una velocità di punta paragonabile a quella della Red Bull Racing con DRS aperto.
Il proclamo di Carlos Sainz
I problemi principali dello spagnolo sono nati con dichiarazioni che lasciavano trasparire la volontà di lottare stabilmente per podi, vittorie e titoli mondiali. Per un pilota che non è mai andato oltre la quinta posizione in graduatoria rappresenta una presunzione imperdonabile a questi livelli. L’ambizione deve sempre poi passare attraverso una visione concreta, mentre questa mistificazione comunicativa ha creato più pregiudizi che opportunità alla Scuderia modenese.
In una recente intervista ad AS Carlo Sainz ha spiegato: “È stato un inizio difficile, con una squadra molto forte come la Red Bull ed è relativamente inaspettato, perché non si pensava a una squadra così superiore come la Red Bull. E alla Ferrari, nonostante i risultati non siano stati un disastro, tutti ci aspettavamo qualcosa in più”.
Secondo Sainz la situazione attuale è migliore dello scorso anno. “È meglio del 2022 e le mie sensazioni sono migliori. Sinceramente è una macchina complicata e mi ha dato qualche grattacapo in queste prime gare, da qui le modifiche che stiamo apportando alle impostazioni”. A Miami il #55 dovrà dimostrare di aver ritrovato il giusto ritmo per puntare al primo podio stagionale.