Jenson Button in Ferrari? L’inglese vuota il sacco e sciocca i tifosi

Oggi commentatore tv e pilota a spot, l’ex F1 Button si apre rivelando alcuni restroscena inediti sul suo percorso nella top class.

Il prossimo giugno lo rivedremo in NASCAR in quel di Chicago per un altro episodio di questa sua nuova carriera nelle ruote coperte a stelle e strisce. Nell’attesa Jenson Button pensa alla F1, a quello che sta raccontando adesso e a ciò che avrebbe potuto essere per lui se i pezzi del puzzle fossero andati al loro posto in maniera diversa.

Button doveva andare in Ferrari
Tuttomotoriweb.it (ANSA)

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il campione del mondo di F1 2009 ha infatti svelato che ad un certo punto si sarebbe potuta aprire la porta Ferrari, salvo poi chiudersi all’improvviso. “Avrei sempre voluto correre per la Rossa. Mi sarebbe piaciuto davvero. E ci sono andato molto vicino“, ha confidato. “Quando c’era Stefano Domenicali al vertice ci siamo sentiti tante volte. Avevamo già discusso del contratto, poi lui se n’è andato ed è sfumato tutto. Un peccato. Sarebbe stato emozionante”.

Button, cosa non gli manca della F1

Attivo per diciassette anni nel Circus, il britannico ha vissuto alti e bassi. Qualche soddisfazione in McLaren, molte di più con quella che successivamente sarebbe diventata la Mercedes. Ma non tutto è stato un sogno ad occhi aperti. Al di là delle difficoltà di ottenere risultati, un altro aspetto non lo faceva vivere bene.

La classe regina ti induce all’egoismo“, ha considerato. “Sentivo tanta pressione su di me e ad un tratto ho avuto l’esigenza di continuare a gareggiare più rilassato. Tanti sportivi hanno il mental coach. Io non l’avevo, e ad un certo punto è stato troppo. Ora mi manca guidare una monoposto, ma non quelle in uso”.

Tra i suo diversi impegni, attualmente il driver di Frome si occupa di questioni di marketing e promozione per la Williams. Questo gli consente di essere ancora più connesso all’ambiente in cui è cresciuto. A proposito del budget cap, che ha già portato ad un avvicinamento del livello di performance nel gruppo, si è detto concorde con la sua introduzione. “Sta aiutando molto, anche se il suo contributo potremo vederlo solo tra due o tre stagioni“.

Parlando del dominio Red Bull il 43enne ha ammesso di essere rimasto sorpreso dal margine, così come della debacle Mercedes.

A Milton Keynes hanno fatto un lavoro eccezionale. Verstappen poi è super veloce, e Perez ha soltanto bisogno di un po’ di regolarità in più. Detto ciò, non è bello che vinca sempre lo stesso. C’è bisogno di battaglie. Anche se tra auto della stessa squadra“.

Tornando all’inizio, ovvero al Cavallino, il britannico ha fatto una previsione di ciò che potrebbe essere il prosieguo del campionato, iniziato un po’ zoppicando. “Si direbbe che molti problemi incontrati nel corso del 2022 siano stati risolti, tuttavia almeno esternamente la SF23 non dà l’idea di essere abbastanza competitiva. Se sul giro secco è di buon livello, sulla distanza le regolazioni non si rivelano ottimali. E questo è un peccato, perché tutti vorremmo vedere Leclerc e Sainz davanti. Non è un fatto di mera nazionalità“, ha chiosato quasi da tifoso di Maranello.

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