“A nostro avviso ripartire da fermi sul finale di una corsa è particolarmente insidioso, in quanto è pieno di riccioli di gomma fuori traiettoria“, ha spiegato le sue ragioni e quelle dei colleghi a Motorsport.com.
Al di là del rischio di andare a muro, o di entrare in collisione con un avversario, per il portacolori della Mercedes, far riprendere un evento in via di conclusione dalla griglia di partenza, fornirebbe un ingiusto vantaggio a chi si trova all’interno della linea sporca, creando inoltre inoltre caos e ingiustizie (chissà se il riferimento in questo caso era a Yas Marina di tre annate fa).
“Tutti e venti conveniamo che sia sbagliato imporre una standing start quando è stato completato almeno il 50% del GP“, ha affermato convinto.
Cosa succederà nei GP americani
Quanto avvenuto in Australia, con tanti conduttori finiti fuori anche a causa delle coperture non a temperatura dopo aver fatto un garone, aveva lasciato parecchio amaro in bocca in gruppo. Già in Azerbaijan la Federazione aveva accettato di andare incontro alle esigenze dei protagonisti, imponendo alla vettura di sicurezza trenta seconda di margine al primo via, allungato ad un minuto in Florida. Da quanto si apprende, comunque, questa procedura verrà adattata ad ogni circuito.
Ma come verrà gestita la bandiera rossa in caso di maltempo? Negli USA ad esempio tutti gli eventi sportivi devono essere fermati in caso di tempesta per garantire agli spettatori la protezione dai fulmini. Quindi, in tutte e tre le manifestazioni sul territorio (la F1 farà tappa pure ad Austin e Las Vegas), la corsa dovrà essere per forza di cose stoppata per permettere allo staff delle squadre di riportare ai box le macchine. Ne consegue che non sarà consentito il lavoro in pitlane.