In Italia si è sempre più terrorizzati dal transito in un’area in cui il varco non è attivo. Con le ZTL basta poco per ritrovarsi un conto salato da pagare.
Le zone a traffico limitato, meglio conosciute con l’abbreviazione ZTL, sono zone nelle quali viene limitato l’accesso a particolari categorie di veicoli, o in modo continuo o in determinate fasce orarie. Si è decisi di introdurre le ZTL per evitare il caotico traffico in alcune vie dei centri storici, in particolar modo in alcuni periodi.
Dietro la manovra vi è l’esigenza di contenere i livelli di emissioni di Co2 in determinate aeree urbane, oltre ad aumentare le entrate amministrative con il pagamento di un pedaggio. Per questo motivo le sanzioni possono essere salatissime, proprio come accade per infrazioni nelle corsie preferenziali e nelle aree pedonali.
Le multe non prevedono anche la sottrazione di punti dalla patente di guida, ma oscillano da un minimo di € 83,00 a € 333,00. Le ZTL sono sempre limitate da alcuni varchi che consentono o negano il passaggio di appositi mezzi. I varchi sono caratterizzati da insegne luminose che informano gli automobilisti e i motociclisti e anche da sbarre apribili con determinati pass o permessi elettronici.
Vi sono, inoltre, delle telecamere all’ingresso che registrano le targhe di ogni singolo mezzo entrante e, immediatamente, identificano i trasgressori non autorizzati. Nella maggior parte dei casi si tratta di viaggiatori ignari delle disposizioni a traffico limitato. Se vi sfuggirà il pannello saranno dolori. Per alcune categorie di veicoli dallo scorso ottobre sono cambiate alcune regole. Proviamo a comprendere come funziona e come si evitano multe salate.
ZTL, ecco cosa cambia a Milano
Nel capoluogo meneghino hanno scelto di consentire l’accesso all’area C dietro pagamento di un ticket di 5 euro. Nella città del business hanno trasformato anche le ZTL in una mera questione di possibilità economiche. Chi possiede il ticket può entrare, altrimenti si becca una multa salata. Vi sono, però, delle eccezioni. Possono accedere gratuitamente le nuove vetture che non superano le emissioni di CO2 stabilite, ossia 100 g/km.
Ci riferiamo alle plug-in hybrid e alle auto elettriche. Invece le mild e le full hybrid risultano, soggette al pedaggio. Controsenso nel controsenso, anche perché a possedere le vetture esentate, per lo più, sono una nicchia di automobilisti dal conto pesante. Ma le city car mild hybrid, per esempio la Fiat 500 o la Fiat Panda, pagano il pedaggio, mentre per il regolamento delle emissioni, berline di lusso o i SUV full hybrid avranno la possibilità di accedere alla zona interessata. Quindi c’è un solo trucco, ovvero investire nell’acquisto di queste categorie di vetture e bye bye preoccupazioni.
Si va, quindi, a colpire coloro che hanno automobili più comuni, come le utilitarie. Naturalmente la disposizione applicata a Milano ha già fatto nascere numerose questioni. Coloro che possiedono un’auto un po’ datata devono anche subire il pregiudizio di un pagamento di un biglietto. Per chi lavora ogni giorno nella città degli affari e della moda rappresenta un gran problema. Altre grandi città potranno decidere di accettare i nuovi parametri. L’esigenza prima di contenere quanto più possibile le emissioni di anidride carbonica potrebbe spingere altre metropoli ad adottare il modello meneghino.