In casa Ferrari si era arrivati a Miami con grande fiducia negli sviluppi, che però non hanno dato nulla. Ora servirà un miracolo.
Per la Ferrari è arrivata un’altra figuraccia nel corso del fine settimana del Gran Premio di Miami, dove si è imposta la Red Bull con Max Verstappen. Per trovare la prima Rossa occorre scendere in quinta posizione, con Carlos Sainz che è stato battuto anche dall’Aston Martin di Fernando Alonso e dalla Mercedes di George Russell, oltre che da Sergio Perez.
La Rossa, dopo il discreto week-end di Baku con la pole position ed il podio conquistati da Charles Leclerc, è tornata mestamente la quarta forza, ed ora l’ultima spiaggia saranno gli aggiornamenti che arriveranno ad Imola. Ancora una volta, la SF-23 è sparita in gara, soprattutto quando ha montato la gomma Dura.
Questa Ferrari non riesce ad innescare gli pneumatici quando viene caricata di carburante, diventando lenta e nervosa. A questo punto, viene da chiedersi quanto senso abbia investire su un progetto così di basso livello, augurandosi che presto venga acquistato un direttore tecnico ed altri ingegneri di alto profilo, facendo pulizia di incapaci, che da troppi anni non ne azzeccano una.
La Ferrari si era presentata a Miami con degli sviluppi importanti, che hanno riguardato l’arrivo di un nuovo fondo, di un nuovo diffusore e di un’ala posteriore da medio carico rivista rispetto a quella delle prime tappe. Le simulazioni hanno detto che queste novità hanno detto che ci sono stati dei miglioramenti di qualche decimo, ma poi in pista non si è visto niente di tutto questo.
Charles Leclerc si è lamentato di una macchina che non riesce ad entrare nella giusta finestra di utilizzo delle gomme, un problema che esiste praticamente dal momento in cui la Pirelli è entrata in F1. La Rossa, sul passo gara, è distante anni luce dalla Red Bull, ma è dietro anche ad Aston Martin e Mercedes che l’hanno superata come se fosse ferma.
In alcune fasi dell’insulsa figura fatta a Miami, le Ferrari facevano fatica a tenere dietro o a superare Alpine ed Haas, monoposto di seconda se non terza fascia, che con le Rosse non dovrebbero avere nulla a che fare. La sensazione è che si sia tornati al biennio 2020-2021, quando la Scuderia modenese pagava dazio ad ogni gara dai top team, senza la minima speranza di dar battaglia.
Quando la SF-23 viene caricata di carburante, viene del tutto persa la strada e si va in grande difficoltà, con l’auto che inizia a scivolare nelle curve. Dando un’occhiata alle velocità minime, Leclerc e Carlos Sainz perdono anche 50-60 km/h rispetto alle loro performance delle qualifiche, mentre la Red Bull ne paga 25-30, un gap imbarazzante che si tradue in almeno 2-3 decimi a curva.
Questo fa capire quanto siano indietro a Maranello nella comprensione dell’auto nei long run, un problema che esiste da quasi un anno (ma che si era materializzato anche in un passato meno recente), e che ancora non ha trovato soluzioni. Possibile che con le risorse che ci sono nel modenese, come ha già detto anche Leo Turrini, non si trovi una soluzione? A questo punto, i dubbi sono leciti, ed ora arriva Imola dove si rischia l’ennesima figuraccia di fronte al pubblico di casa.
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