Com’è nato il Motorsport? Ecco il segreto dell’automobilismo

Sul nostro sito rimarrete sempre aggiornati sul Motorsport. Ma come è nato e come si è arrivati alla definizione attuale di automobilismo?

Gareggiare con le automobili da corsa rappresenta qualcosa di normale oggi. Con la realizzazione delle prime automobili, alla fine del 1800, è nata l’esigenza di sfide di velocità. Per rispondere a questo bisogno è stato concepito dapprima un regolamento tecnico in base alla tipologia di competizione. Con la creazione degli autodromi, in seguito, la sfida si è fatta più intensa e con calendari ben strutturati.

Com'è nato il motorsport
F1, Automobilismo (ANSA)

Nei tracciati chiusi alla normale circolazione, con livelli di sicurezza più elevati, i driver hanno potuto anche spingersi, sempre più, oltre i limiti. I cittadini, come Monaco, consentivano di vivere da vicino l’emozionante sfida, per il resto dell’anno erano adibiti alla normale circolazione stradale. Nel Motorsport ciascun mezzo è gestito da un team, costituito da ingegneri, da meccanici e da un coordinatore capo. L’automobilismo è nato con l’obiettivo di innovare, affrontando tracciati sempre più impervi per un numero di giri o per una quantità di chilometri prestabilita.

Impiegando un tempo inferiore rispetto a quello dei competitor una delle squadra vince una corsa. Solitamente ciascun team mette in pista due o più vetture, schierate sulla griglia di partenza in base ad un piazzamento in qualifica e dopo più turni di prove. In un calendario di appuntamenti ogni corsa, sulla base del piazzamento al traguardo, attribuisce un certo quantitativo di punti singoli ai piloti e ai team.

Alla fine del campionato il pilota e la squadra che hanno ottenuto il maggior numero di punti vincono il titolo costruttori e piloti. I campionati del mondo più rappresentativi delle quattro ruote sono gestiti dalla FIA, ovvero la Federazione internazionale dell’Automobile. La categoria regina del Motorsport è considerata la Formula 1 che, nel corso di oltre 70 anni di storia, ha infiammato l’animo dei tifosi sulle tribune e a casa.

Il successo dell’Automobilismo

L’unica squadra ad aver preso parte a tutte le stagioni di Formula 1 è stata la Ferrari che conserva anche il riconoscimento più importante, ovvero quello di squadra più vincente della storia. Ad oggi la Rossa non ha tenuto alta la bandiera, non riuscendo più a conseguire vittorie mondiali dal 2007. L’ultimo campione a vincere il titolo è stato Kimi Raikkonen, erede designato del 7 volte iridato Michael Schumacher.

Quest’ultimo è stato l’ultimo campione in grado di vincere per più anni consecutivi al volante della Scuderia modenese, demolendo tutti i record della Formula 1. Oltre alla categoria regina dello Motorsport i campionati Endurance, Turismo, Sport Prototipo, Formula E ed il campionato del mondo Rally costituiscono la massima espressione di competitività sull’asfalto, sterrato o neve.

Il Motorsport è risultato fondamentale per le case automobilistiche per far conoscere il proprio marchio nel mondo. Non a caso Enzo, il fondatore della Ferrari, non ha mai boicottato una singola stagione di F1, puntando sulle vittorie in pista. “Vinci la domenica, vendi il lunedì”. In questo motto si riassume anche il senso dell’investimento della case automobilistiche.

Investimenti con un fine

I produttori hanno ottenuto straordinari risultati nel campo della ricerca tecnologica. Molte innovazioni progettate per l’automobilismo sono state poi traslate su vetture stradali, migliorandone le performance, l’efficienza e la sicurezza. Naturalmente nel Motorsport il motto Safety First è diventato prioritario, ma non è sempre stato così.

Parlando di storia dell’automobilismo non possiamo non soffermarci sull’aspetto della pericolosità, considerato il lungo elenco di piloti che, prematuramente, hanno lasciato questo mondo per percorrere le strade dell’infinito. Nomi leggendari come Ayrton Senna, ma anche tanti altri giovani con meno talento ma con il medesimo sogno di arrivare in alto, hanno perso la vita.

Molti incidenti drammatici sono stati procurati da errori dei piloti stessi, a volte per avarie tecniche meccaniche e persino legate a scelte sbagliate dei commissari di percorso. Un tempo i cavalieri del rischio erano esposti ogni weekend, tuttavia con il passare dei decenni il raggiungimento di livelli di sicurezza sempre più alti ha limitato eventi luttuosi.

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