Ultimamente il catalizzatore dell’auto è stato preso di mira dai ladri. Ma per qualche motivo e cosa bisogna fare per evitarlo?
Un po’ nei Paesi di tutto il mondo si sta verificando un incremento dei furti dei catalizzatori delle vetture. La domanda che sorge spontanea è come mai questo pezzo faccia così tanta gola ai malviventi. Si tratta davvero di una componente facile da rivendere e redditizia?
Se si chiede un po’ in giro ci si renderà conto quanto facile sia incappare in questo fastidioso imprevisto. E accorgersene non è nemmeno troppo difficile, visto che non appena messo in moto il veicolo si sentirà un rumore, particolarmente forte.
Come detto, si tratta di un fenomeno che non riguarda solamente l’Italia. Ad esempio, secondo l’indagine portata avanti dal National Insurance Crime Bureau Americano (NICB), è emerso che negli Stati Uniti nel 2018 ne sono stati rubati in media 108, nel 2019 282 e nell’anno del Covid ben 1203, ma in realtà i numeri potrebbero essere più alti e preoccupanti.
Furti dei catalizzatori, perché avvengono
Ma per quale motivo si sta verificando tale boom? Beh, non ci vuole un genio a capirlo. I metalli con cui cui sono prodotti valgono tantissimo sul mercato e se si ha bisogno di denaro facile, questa è un buon stratagemma. Nello specifico parliamo di rodio, palladio e platino, oggi ricercatissimi e dal valore più alto dell’oro.
Entriamo ora nel dettaglio della composizione. Partiamo però con la spiegazione dellla ragione per cui viene montata la marmitta catalitica sulle vetture. La sua funzione è quella di abbattere le emissioni di gas nocivi. E al suo interno si trovano 1,5 g di platino, 0,6 g di palladio e 0,02 di rodio. In alcuni frangenti queste percentuali sono ancora più elevate. Per capirci ogni pezzo trafugato può contenere dai 6 ai 30 grammi di materiali preziosi. Questa cifra varia a seconda della grandezza del propulsore.
Se si considera che il rodio è quotato 400 euro al grammo, il palladio a 80 euro e il platino a 29, è immediato comprendere come furtare un catalizzatore, possa portare ad un guadagno importante.
Quali sono i modelli di auto più colpiti
Purtroppo per gli automobilisti, rimanere vittime di queste azioni illegali non è infrequente, per via della facilità con cui si compie questa operazione illegale. Tutto viene fatto dall’esterno, dunque i malfattori non devono neppure forzare le portiere. Sembra incredibile, ma il furto viene compiuto in appena due minuti. Solitamente si muovono in due. Uno fa il palo, ossia controlla che non sopraggiunga nessuno. Mentre l’altro compie quello che deve. Armato di flessibile a batteria si sdraia, effettua due tagli sul tubo di scarico ed estrae la marmitta.
Per mettere a segno il colpo vengono predilette perlopiù le strade meno trafficate e le ore notturne. Gli enventuali rumori provocati non li spaventano, perché, come detto, l’estrazione avviene in maniera così rapida da rendere impossibile che qualcuno possa lanciare l’allarme in tempo.
Ma chi sono gli utenti che devono prestare maggiormente attenzione? Chi possiede modelli Euro 4, Euro 5 ed Euro 6, i SUV, in quanto la maggior altezza da terra facilita i passaggi da compiere, e le city car. Ad esempio le Toyota.
Qualcuno per tentare di evitare che la marmitta venga strappata, decide di proteggerla con una capsula in metallo, ma sono tutti soldi buttati via, perché nulla ferma i malviventi.
Qualora ci si rendesse conto di essere rimasti vittime di furto, si può procedere a denuncia alle forze dell’ordine. Di sovente questo non viene fatto, non essendoci grossa possibilità di interecettare il colpevole. E siccome oltre il danno, c’è sempre la beffa, per la sostituzione della componente ci vogliono all’incirca 300 euro. Anche se tutto dipende dal modello del veicolo.