F1, Domenicali non dimentica il suo passato: parole al miele per la Ferrari

Il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha ricordato i traguardi raggiunti con la squadra modenese. Oggi la Ferrari non ha più nulla di quel team di fenomeni.

Michael Schumacher, Eddie Irvine, Ruben Barrichello, Felipe Massa e Kimi Raikkonen hanno fatto la storia della Scuderia modenese. Tutti hanno contribuito ad arricchire con podi e vittorie la bacheca della Ferrari. Dal 1999 al 2008 la Rossa ha vissuto il momento del suo massimo splendore. Sei titoli costruttori consecutivi, oltre ai due conquistati nel 2007 e nel 2008.

Il CEO della F1 Stefano Domenicali
Stefano Domenicali (Ansa) tuttomotoriweb

Cinque mondiali di fila per il Barone Rosso, autore di stagioni memorabili su vetture spaziali. L’ultimo campione del mondo della storia del Cavallino, invece, è Kimi Raikkonen che, nell’emozionantissimo campionato 2007, beffò i due litiganti della McLaren-Mercedes, Fernando Alonso e Lewis Hamilton. Erano tempi diversi per la categoria regina del Motorsport e per gli attori protagonisti.

La Ferrari aveva costruito negli anni un dream team. La nomina ad inizi anni ’90 di Luca Cordero di Montezemolo aveva aperto nuovi scenari. Il Presidente volle, fortissimamente, un manager che aveva mangiato pane, fango e Motorsport. Dal mondo del Rally arrivò un giovane Jean Todt che, con furbizia e determinazione, scelse dalla Benetton due tecnici che fecero le fortune della Rossa.

Arrivarono Rory Byrne e Ross Brawn che, con Michael Schumacher in Benetton, avevano già provato il brivido di salire sul tetto del mondo. La squadra, anche lato meccanici ed ingegneri, era il meglio del meglio. Un concetto che può essere paragonabile solo alla Mercedes dell’era ibrida precedente e l’attuale corazzata della Red Bull Racing. Lavorare in Ferrari rappresentava un sogno a quei tempi, non solo per il blasone del marchio ma per i risultati conseguiti.

L’emozione di Domenicali

Un giovane imolese si inserì a perfezione negli ingranaggi della Scuderia Ferrari. Stefano Domenicali ebbe l’opportunità di salire in cattedra al muretto, dopo il quinquennio aureo targato Michael Schumacher. La presenza di Jean Todt aveva ancora un peso specifico importante, tuttavia Stefano si ritagliò uno spazio sempre più grande, sino a comandare il muretto nelle vesti di team principal.

Il CEO della F1 Stefano Domenicali
Domenicali ai tempi della Ferrari (Ansa) tuttomotoriweb

Gli ultimi successi del Cavallino sono arrivati come Domenicali in regia e una coppia che oggi non corre più in pista. Forse questo trasmette in pieno la nostalgia per tutte le stagioni che sono trascorse dall’ultimo riconoscimento iridato del 2008. Felipe Massa, tra l’altro, sfiorò il mondiale e vincerlo con due piloti diversi in 2 anni consecutivi avrebbe reso ancor più iconico il periodo storico. Tanta sfortuna e il crashgate di Singapore privarono al brasiliano la più grande gioia della sua carriera.

In una intervista rilasciata al Financial Times il CEO della F1 è tornato a parlare di Ferrari. “Ho imparato che non puoi fare niente da solo – ha annunciato Domenicali – hai bisogno di avere una buona squadra. In quel caso, era la migliore squadra di sempre”. Sembrano lontani quei momenti di coesione magica tra tutti i membri del team. Oggi la Ferrari latita in pista, tra proclami senza significato e continui cambi di casacca. Spetterà a Vasseur riportare ordine e disciplina in un team sempre più nel caos.

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