Un noto giornalista milanese, Pier Attilio Trivulzio, è scomparso in totale solitudine. Esperto di motori e di Formula 1 come pochi è stato ritrovato morto in casa dopo mesi.
Vi sono storie che meritano di essere raccontate perché nascondono dei messaggi importanti sulla vita. Il circus è sconvolto dalla scomparsa di una grande penna che, per anni, aveva seguito il mondo delle corse. Pier Attilio Trivulzio era cresciuto a pane e motori. La categoria regina del Motorsport lo aveva attirato sin da giovane e con il tempo divenne un giornalista molto competente.
Piero Attilio Trivulzio, classe 1940, conosciuto da tutti come “Pat” si era costruito una carriera con una esuberanza che, a volte sfociava, in uno stile giornalistico sopra le righe. A 83 anni è stato trovato senza vita nel suo appartamento a Sant’Agabio dopo otto mesi dalla sua morte. Un dramma di cui si è parlato poco e che, in qualche modo, coinvolge l’intero nucleo familiare.
Rimasto senza soldi l’uomo aveva ricevuto il sostegno di pochissime persone negli ultimi anni di vita, ma non quello della sua famiglia. Suo figlio, ricevuto il messaggio di compianto, ha deciso di non partecipare ai funerali. Nessuno lo sentiva da mesi e nessuno ha risposto presente per chiedere la sua salma. E’ pure vero che si muore sempre soli, ma nel caso di Pier Attilio Trivulzio il significato è, per estensione, riferibile ad un’ultima fase di percorso di vita molto lungo.
Aveva collaborato con L’Esagono, L’Espresso, La Notte, Il Giorno e l’Ansa, dedicandosi principalmente ai motori. In alcune tappe italiane del Mondiale di Formula 1 aveva persino dormito nella cabina dell’Enel accanto al tracciato. Un uomo sempre sul pezzo che è stato ricordato con commozione su Facebook dal suo collega Pirola.
“Anarchico, a volte incattivito dalla vita passata a scrivere articoli. Sorrideva. Stava al gioco in quella goliardica caserma che era la mia redazione. Avrei da scrivere ancora tanto, ma non riesco. Colpa tua vecchio trombone. Mi hai fatto piangere… addio Pat. O forse è solo un arrivederci…”, ha annunciato il suo amico e collega Pirola.
Pier Attilio Trivulzio, come emerso sul Corriere di Novara, usufruiva della mensa del convento e proprio grazie all’altruismo dell’impresa funebre Mittino e del Comune si sono svolte le esequie. Federico, il figlio di Pier Attilio Trivulzio, ha fatto sapere sul Corriere della Sera che non avrebbe preso parte al funerale: “Non sapevo nemmeno fosse stata stabilita una data. Non sono stato avvertito. E non sapevo fosse destinato alla fossa comune. Non ci siamo mai frequentati. I miei genitori si sono separati molti anni fa, ero molto piccolo, e con lui non ho mai avuto rapporti”.
Il figlio abita a Rimini e ha solo ricevuto, dopo mesi, il verbale dell’autopsia. L’uomo non risultava residente a Monza e nemmeno in Emilia Romagna. Il Comune di Novara ha gestito le spese e ha subito preso atto che nessun familiare avrebbe partecipato al funerale per un ultimo saluto. Pier Attilio Trivulzio ha percorso l’ultimo viaggio da solo. Il mondo della Formula 1 gli è vicino come con altri personaggi di spicco, ma a quanto pare non fisicamente.
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