Il mondiale di F1 targato 2008 è uno dei più discussi della storia, visto ciò che accadde a Singapore. Felipe Massa non ci sta.
Dal 2 novembre del 2008, data del Gran Premio del Brasile che decise il titolo mondiale di F1 di quell’anno, sono trascorsi quasi 15 anni, una vera e propria epoca sportiva e non solo. In quel giorno, la Ferrari conquistò quello che è attualmente l’ultimo titolo mondiale della sua storia, ovvero il costruttori, vinto con la coppia formata da Felipe Massa e Kimi Raikkonen.
Tuttavia, dato che in F1 viene riconosciuta molta più importanza al titolo costruttori piuttosto che a quello piloti, i tifosi del Cavallino non ricordano con grande piacere quel giorno, visto che Massa fu beffato per un solo punto dalla McLaren-Mercedes di Lewis Hamilton, il quale divenne campione del mondo per la prima volta in carriera.
Fu determinante il sorpasso alla Toyota di Timo Glock avvenuto all’ultima curva, che consentì al nativo di Stevenage di prendersi il quinto posto che lo portò sul tetto del mondo. Si trattò di una domenica da incubo per Felipe, che dominò la corsa e che arrivò ad un passo dal titolo mondiale, sulla sua pista di casa, quella di Interlagos, nella sua San Paolo, dove è nato e cresciuto. Nonostante i tanti anni che sono passati da quel giorno, le polemiche non si placano.
Qualche mese fa, l’ex patron della F1, vale a dire Bernie Ecclestone, ha riacceso i riflettori sul mondiale 2008, affermando che il Circus e la FIA sapevano tutto sul crashgate di Singapore, quando la Renault mandò a sbattere Nelson Piquet jr. per favorire Fernando Alonso, il quale poi vinse quella corsa.
Il caso portò alla radiazione a vita dalla F1 del team principal Flavio Briatore, anche se poi il tutto fu rivisto anni dopo. Le parole di Ecclestone hanno riaperto la ferita presente nel cuore di Felipe Massa, che richiede l’annullamento della tappa di Singapore. Il brasiliano ottenne la pole position e dominò la prima parte di gara, ma a causa di un guasto del semaforo, ripartì con il bocchettone attaccato finendo fuori dai punti.
Parlando ad “Esportelandia“, Felipe ha ribadito la sua volontà di avere giustizia: “Non sono un avvocato, ma credo che tutti siano al corrente del fatto che mi è stato fatto un torto enorme quell’anno. Credo che lottare per la giustizia sia un mio diritto. In quell’occasione non ci fu una rottura del motore, parliamo di una gara rubata, corrotta, e tutto ciò è estremamente grave“.
Massa ha poi proseguito con un paragone sul passato e con altri sport: “Prima, nel corso di quell’anno, ebbi anche un guasto al motore in Ungheria, ma sono episodi che fanno parte del mondo delle corse. Ma a Singapore tutto fu deciso a tavolino, la parte finale della gara fu diversa da come sarebbe dovuta andare. Nel 2007, con la Spy Story, alla McLaren furono tolti tutti i punti, vennero puniti duramente, mentre nel mio caso non è successo nulla di tutto ciò. Nel calcio ed in altre discipline, in caso di episodi analoghi, i risultati vengono cambiati“.
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