Due simboli di una Italia meravigliosa. Due mezzi così vicini, ma al tempo stesso così lontani. Scopriamo le differenze tra la Vespa e la Lambretta.
Hanno diviso, letteralmente, gli appassionati italiani delle due ruote. La Vespa è, ancora oggi, un simbolo di progresso ed innovazione, essendo stato lanciato di recente anche il modello elettrico. La Lambretta, invece, con il passaggio nelle mani degli indiani nel 1972 non ha conservato più il medesimo fascino, ma facciamo un passo indietro.
La Vespa è nata dall’estro dell’ing. Corradino D’Ascanio. Quest’ultimo, nato nel 1891, fu uno di quei precursori che rivoluzionò la mobilità italiana. Da sempre appassionato di motori, l’ing. abruzzese, decise di specializzarsi nell’aeronautica, allo scopo di avere un impatto nell’industria. Ideò alcuni modelli di deltaplano che presero il volo dalle colline abruzzesi. Per il suo futuro formativo decise di lasciare l’Aquila per recarsi a Torino.
Il passaggio fu determinante per la nascita della Vespa. Dopo aver conseguito la laurea di ingegneria industriale al Politecnico nel 1914, dopo la partecipazione alla Grande Guerra, D’Ascanio continuò nella fabbricazione di deltaplani ed elicotteri, finché non ebbe l’occasione di collaborare con Enrico Piaggio nella creazione di un mezzo che avrebbe avuto un impatto devastante nel mondo. La prima fu brevettata nel 1946, diventando un simbolo di italianità.
Si deve all’imprenditore Innocenti e ad altri due straordinari ing. aerospaziali la nascita della Lambretta. L’ing. Pier Luigi Torre specializzato meccanica e Cesare Pallavicino, impegnato nel design e nei telai, diedero vita al competitor della Piaggio. Il nome derivava dal fiume Lambro e fu ribattezzata così dall’artista Daniele Oppi nel 1947.
Le differenze tra Vespa e Lambretta
Nel corso della storia furono lanciati ben 145 modelli di Vespa differenti. La prima Vespa della Piaggio aveva un motore 98cc monocilindrico a due tempi raffreddato ad aria, 3,2 CV a 4.500 giri/minuto per una velocità massima di 60 km/h. Anche la Lambretta equipaggiava un motore a 2 tempi funzionante a miscela olio-benzina, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³.
Sulla base dell’esperienza di Ferdinando Innocenti la Lambretta fu elaborata con una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria. La Vespa, invece, presentava un telaio costituito da un solo pezzo. La Vespa era totalmente carenata, mentre la Lambretta poteva essere paragonata ad una naked moderna. Una carrozzeria scoperta che la rendeva, nella prima fase, un pizzico più sportiva. Nel 1950 arrivò anche il primo modello carnato di Lambretta.
La scelta fu anche molto criticata dalla Piaggio, dato che Lambretta divenne sempre più simile ad una Vespa. Con il successo della carenata, con parafango anteriore solidale alla carrozzeria e con collocazione centrale del motore, la Lambretta cavalcò il trend, diventando insieme alla Vespa, un’icona dell’Italia degli anni ’50 e ‘60.
A rendere iconici questi modelli era anche la customizzazione. Nelle varie declinazioni prodotte, sia la Vespa che la Lambretta, potavano essere, facilmente, smontabili e personalizzabili. I mezzi simbolo della rivoluzione culturale giovanile di quel tempo oggi sono, fedelmente, conservati dai collezionisti in tutto il mondo.