L’a.d. della Ferrari si è sbilanciato sulla produzione della prima supercar elettrica del Cavallino. La news non farà la felicità dei puristi del brand.
Non si placano le polemiche dopo l’annuncio della casa modenese di procedere alla produzione della prima auto elettrica della propria storia. Il detto del Drake sulla “Ferrari migliore è sempre quella che verrà” rischia di essere sconfessato nel 2025. L’ex Presidente Montezemolo ha preso una posizione dura nei confronti della scelta dei vertici attuali di Maranello.
Per un appassionato di supercar, in generale, l’idea di una silenziosissima, seppur velocissima, EV estrema non può lasciare indifferenti. Una nicchia di progressisti eco green potrebbe anche essere felice, ma per chi è cresciuto con il rombo reale di un V8, V10 e V12 l’idea di passare ad un sound fake di una full electric è, a dir poco, inaccettabile.
Potrebbe anche non subire particolari contraccolpi sul piano del piacere di guida, sebbene il peso delle batterie agli ioni di litio sia enorme, ma sul piano concettuale l’obbligo imposto dalla politica sta snaturando marchi celebri come Ferrari.
In alcuni mercati forti una supercar elettrica del Cavallino verrà venduta come il pane. Il problema non sarà mai il fatturato. La maggiore parte delle supercar italiane attuale viene smerciato all’estero. In Paesi come Cina e Arabia Saudita non c’è quella cultura motoristica che viene tramandata di generazione in generazione. Acquistano a peso d’oro qualsiasi cosa emerge dalle factory, come nel caso della Purosangue, pur se lontano dal DNA.
Non c’è uno spirito critico, ma una accettazione della spesa quasi come collezionisti incalliti che non badano all’oggetto in sé ma all’appartenenza brandizzata. Si tratta di un punto di forza di un marchio unico al mondo come Ferrari, ma nel corso dei prossimi decenni potrebbe diventare anche un limite, soprattutto se la produzione dovesse prendere la direzione anticipata dall’Amministratore Delegato.
Ferrari, l’annuncio di Benedetto Vigna
L’a.d. del Cavallino Rampante è consapevole che si tratta di un obbligo arrogante che arriva dall’alto. Un cliente dovrebbe sempre poter scegliere tra la tecnologia termica, ibrida ed elettrica, soprattutto se investe svariate centinaia di migliaia di euro, ma tant’è, oggi siamo entrati in una nuova epoca, non più promettente di quella precedente.
Benedetto Vigna, ai microfoni di Bloomberg, ha spiegato che non sarebbe sensato acquistare un altro produttore di auto sportive. Per la casa modenese sarà fondamentale, conservare il proprio DNA, lavorando per arricchire il portafoglio tecnologico. Le strade sono due: accrescere le proprie competenze interne o avere delle collaborazioni esterne.
Le elettriche saranno costruite in un nuovo stabilimento, sempre sito a Maranello. “Ferrari non può fare a meno delle gare perché sono molto importanti per noi, sono state, sono e saranno nel DNA della nostra società. Le competizioni sono un ambito su cui continuiamo a investire, perché vediamo molte tecnologie che passano dalle gare alla strada”, ha stabilito l’a.d. della Rossa. La Ferrari continuerà a ricoprire quindi un ruolo nel Motorsport, ma non è detto che lo faccia da protagonista, considerati i risultati scadenti ottenuti negli ultimi anni in F1.