Uno dei simboli più autentici del americanità si è piegato a delle logiche di mercato che hanno snaturato il DNA. L’ultima nata si può, veramente, definire, una Harley Davidson?
Vi sono marchi che non hanno bisogno di presentazioni. L’Harley Davidson sta alle due ruote come la Ford, negli Stati Uniti, rappresenta le quattro ruote. Purtroppo anche le leggende possono entrare in un tunnel. La luce, una volta riemersi da un grande buio, non è detto che sia la stessa di prima. Potremmo sintetizzare così la crisi che sta attraversando, da qualche anno, lo storico marchio di Milwaukee.
E’ l’alba di una nuova era, o forse la fine di un vecchio mito. La favola, iniziata nel 1901, ebbe origini con due amici d’infanzia, tale William Silvester Harley e Arthur Davidson, montando un motore monocilindrico su una bicicletta. I due crearono il primo prototipo della storia del motociclismo. I corsi e ricorsi storici, dopo circa 120 anni, vedono un nuovo prototipo monocilindrico, definito X 440.
La moto realizzata in India dal gruppo Hero, con il marchio blasonato Harley Davidson, dopo una prima fase di sviluppo, è pronto ad entrare in produzione. Nostalgia per la tradizione o solo una strategia di mercato che copre esigenze da Occidente ad Oriente? Difficile a dirsi quando poco tempo addietro in Cina sono apparsi i modelli X 350 e X 500, prodotti dal gruppo Qianjiang, con un motore bicilindrico con il marchio della casa di Milwaukee.
Espansione di un marchio in crisi d’identità a detta di molti puristi Harley che confusi dall’altalenante andamento di mercato si tengono stretto il “ferro” vecchio in garage. Sta di fatto che l’elettrico avanza e il brand americano ha deciso, senza troppi patemi, di lanciarsi di petto in questa nuova corsa all’oro. Giusto o sbagliato, non è detto che sia la soluzione a tutti i mali.
X 440, l’ultima nata con il marchio Harley Davidson
I prodotti indiani, raffreddati ad aria, nascono forse con l’idea di concorrere con i modelli giù presenti sul mercato come Royal Enfield e Honda, con i limiti di prezzo e potenza, circa 40 cavalli, in linea con il principio della domanda locale. Tutto lascia immaginare che in un futuro prossimo, volgendo lo sguardo al mercato italiano, che ci sia una buona possibilità di successo di questi modelli economici, alle nostre latitudini, che ricordano da lontano le Harley Davidson americane.
Passiamo ad una breve analisi del mezzo: la X 440 presenta un carattere sportivo tra naked e cruiser, raffreddamento ad aria, forcella a steli rovesciati e ruote in lega di alluminio con razze lucidate, sulle quali sono montati pneumatici da 100/90-18 anteriore e 140/70-17 posteriore. Freni a disco Brembo di produzione indiana, anteriore e posteriore, dotati di ABS, la sospensione posteriore tradizionale, con due ammortizzatori, e la sella da 800 mm da terra. Date una occhiata al video di Starting Machine.
Probabilmente saranno inserite diverse mappature, per molteplici modalità di guida, un cruscotto economico con display a colori e connessione Bluetooth. Come si poteva immaginare lo stesso motore sarà adattato ad un modello carenato, da enduro e una classica cruiser. Le moto entreranno a far parte nella cultura di massa indiana, ma c’è il sospetto che puntino ad una fetta di mercato molto più ampia. Basterà per fare breccia tra i puristi?