Vi sono delle ambizioni che superano di gran lunga le possibilità. La Auto Avio Costruzioni (AAC), fondata da Enzo Ferrari, non si avvicinò alle vetture con lo stemma del Cavallino rampante.
Nel 1939, a Modena, il Drake decise di creare la Avio, come diretta progenitrice del prestigioso brand Ferrari. La vita di Enzo, nato nel 1898, aveva già raccontato tanto. Da ex pilota si era fatto strada nel Motorsport, dopo il rifiuto della FIAT per un ruolo in fabbrica a Torino, per poi lanciarsi alla grande nella creazione di un mito, tradendo “mamma Alfa Romeo”.
Dopo due decadi con il brand del Biscione, a causa di alcuni contrasti con il nuovo direttore tecnico Wifredo Ricart, Ferrari intraprese una propria strada imprenditoriale. Il Drake fu costretto a firmare un accordo, che gli impediva di intraprendere qualsiasi tipo di attività agonistica con il brand della Scuderia per cinque stagione. Pensate che il patto frenò le idee del “Commendatore modenese”? A 41 anni il Drake decise di creare a Modena una nuova società.
Prese vita così la Auto Avio Costruzioni, grazie alla liquidazione che aveva ricevuto dall’Alfa Romeo. Fu subito investito dalla voglia di realizzare un nuovo progetto in vista della Miller Miglia del 1940. La vettura, denominata Auto Avio Costruzioni 815 (o anche Tipo 815) aveva l’eleganza di una Ferrari, seppur non proprio il medesimo fascino. Nell’immagine in basso potete apprezzare Piero, figlio di Enzo, a fianco della vettura che ricorda in alcuni aspetti la 125 S, la prima storica auto del Cavallino.
Il primo gioiello della casa modenese fu realizzato dal carrozziere modenese Giuseppe Peiretti. Sotto il cofano della Ferrari 125 S batteva un motore 12 cilindri con disposizione a V di 60 gradi da 90 CV, progettato da Gioachino Colombo, con una cilindrata di 1497,77 cm³. Un concentrato di tecnologia per l’epoca, mentre per le biposto Avio la strada fu diversa.
Nata per la costruzione di rettificatrici e parti di velivoli, l’Auto Avio si trasformò presto in un brand automobilistico con il lancio di due autovetture spyder, elaborate con materiale FIAT. Il telaio ed il motore erano della casa piemontese. Per questo motivo le due biposto, chiamate Auto Avio 815, che, il 28 aprile 1940, esordirono al Gran Premio di Brescia (XIII edizione della Mille Miglia), non ebbero molta fortuna né il medesimo impatto.
Il motore 8 cilindri in linea di 1946 cm³, derivato dalla FIAT 508C 1100, non fece molta strada. I due equipaggi formati da Rangoni-Nardi e Ascari-Minozzi, cugino e già driver dell’Alfa Romeo dovettero ritirarsi a causa di un cedimento del motore e a causa della rottura della trasmissione. Delle due vetture, una sola è stata ritrovata e restaurata. L’auto era nel garage di Alberto Ascari ed oggi è esposta nel Museo Enzo Ferrari.
Quest’ultimo decise di unire nel 1943 i suoi due marchi, trasferendo le attività nei nuovi stabilimenti di Maranello. Il nome Auto Avio Costruzioni rimase attivo sino al 1957, quando mutò, definitivamente, in Auto Costruzioni Ferrari. In seguito, nel 1960, avvenne la trasformazione in Società per azioni, con la nuova denominazione SEFAC, acronimo di Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse.
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