Storicamente la Honda nel momento in cui ha impiegato tutte le sue energie per primeggiare in F1 non ha ottenuto uguale gloria in MotoGP.
La casa di Tokyo ha toccato la perfezione assoluta in diverse epoche nel Motorsport. Nell’arco della sua epopea in F1 la Honda ha scritto pagine indelebili, creando dei veri e propri domini. Nell’era wing car stiamo osservando le straordinarie performance della Red Bull Racing guidata da Max Verstappen in Formula 1.
L’auto progettata da Newey ha trovato la gloria con le PU Honda. Il legame tra il team austriaco e la casa giapponese è stato suggellato dal titolo mondiale nella passata stagione. Verstappen e Perez sfiorarono il riconoscimento anche nel 2021, tuttavia l’annuncio dell’addio alla Honda portò la squadra con sede a Milton Keynes a creare il dipartimento RB Powerunits.
La Honda avrebbe dovuto fare un passo indietro, concentrandosi maggiormente sul proprio listino alla spina. Nel frattempo in MotoGP i risultati non erano più all’altezza del blasone del marchio dell’ala dorata a causa principalmente dell’infortunio di Marc Marquez. Quest’ultimo ha messo nei guai il team a causa del violento schianto a Jerez nel 2020.
Il team si è trovato allo sbando, affidando a Bradl e al fratello minore di Marc le due moto ufficiali HRC, non trovando più continuità nei risultati. Anche se è tornato sul primo gradino del podio nel 2021, a seguito di svariate operazioni a all’omero destro, MM93 non è bastato. Il costruttore ha deciso di intraprendere una direzione diversa nel 2022, sviluppando una motocicletta che sarebbe dovuta essere più guidabile da tutti gli altri centauri della casa nipponica.
Nella sostanza nemmeno i centauri del team LCR sono riusciti a portare a casa risultati degni di nota, chiudendo la stagione all’ultimo posto in classifica costruttori. In quest’annata le performance della RC213V non sono migliorate per la delusione dei campioni del mondo Marquez e Mir, ma anche di Nakagami e Rins. Quest’ultimo prima dell’infortunio è riuscito a vincere la gara di Austin, interrompendo un digiuno storico.
Honda, F1 e MotoGP non vanno di pari passo
In passato la Honda ha vissuto a fasi alterne la sua partecipazione nella categoria regina del Motorsport. Oltre ai trionfi assoluti come quelli registrati nell’epopea Senna-Prost, vi sono stati anche passaggi a vuoto preoccupanti in era moderna, monitorizzando la McLaren, facendo impazzire Alonso. Se Jenson Button, invece, si è laureato campione del mondo nel 2009 in parte lo deve anche ai primi risultati positivi ottenuti proprio sotto l’effige della Honda.
La casa di Tokyo, nel Motomondiale, ha vissuto stagioni magiche con i successi alla fine degli anni ‘90 con Doohan. L’erede Valentino Rossi fece faville nei primi anni della MotoGP e nell’ultima storica stagione della classe 500, per poi continuare a vincere con Stoner e Marquez. Quando quest’ultimo si è fermato a causa degli infortuni la Honda ha avuto un tracollo tecnico, mentre in Formula 1 il motorista della RB ha iniziato a vincere.
Non è la prima volta che accade nella storia del Motorsport. Marquez, però, è stato di dover aspettare un miracolo tecnico. In F1, invece, la RB dovrà fare a meno dei motori della Honda a partire dal 2026. La casa di Tokyo, infatti, ha firmato un accordo con l’Aston Martin per motorizzare le vetture inglesi oggi guidate da Alonso e Stroll.