Vi sono film che hanno fatto la storia del cinema e hanno reso leggendari alcuni modelli di auto e di moto. Ecco il bolide del “wild one”, Il Selvaggio.
“L’importante è scappare, andare a tutto gas ogni tanto”. La frase vi farà venire più di un brivido. Non c’è motociclista della vecchia scuola che indossando un chiodo in pelle e degli occhiali scuri da aviatore non abbia sognato, sulla propria moto, di pronunciare la celebre frase di Johnny Strabler, nel film Il Selvaggio.
Marlon Brando in sella alla Triumph 6T Thundrbird del 1949 incarna il motociclista bello e dannato. Un binomio inscindibile Brando e la T-bird 650 cc di colore nero, anche nella vita. Un cavaliere del rischio, Brando, in sella ad un cavallo in tubi d’ acciaio, 2 cilindri paralleli verticali, 4 tempi. Nei tempi moderni gli attori sono protagonisti su un green screen e le scene come quella che vedrete in basso rappresentano una mera utopia.
Il cinema è cambiato tantissimo rispetto all’epoca della star americana deceduta nel 2004. Brando può essere considerato a tutti gli effetti uno dei personaggi più carismatici di Hollywood. Il ruolo del “wild one” sembrava essere cucito sulla sua pelle, ben prima del primo ciak. La trama de Il selvaggio è basata sul racconto The Cyclists’ Raid di Frank Rooney, pubblicato nel numero di gennaio del 1951 dell’Harper’s Magazine.
La storia venne poi pubblicata nella raccolta The Best American Short Stories 1952. Il racconto derivava da un fatto di cronaca avvenuto in una festa speciale per gli americani. Il 4 luglio del 1947 nella cittadina di Hollister, in California, la festa dell’indipendenza era degenerata in rissa. Il fattaccio era stato pubblicato sul numero del 21 luglio 1947 della rivista Life e aveva dato l’ispirazione all’autore.
Il prezzo della Triumph protagonista del film Il Selvaggio
Accensione a pedale, cambio a 4 rapporti, carburatore Amal e due freni a tamburo per domare i 34 CV a 6300 giri/m. Dopo le riprese l’attore ne comprò una simile. Brando si lasciò ammaliare dal fascino inglese della 6T Thundrbird. Un bel giocattolo ma male ammortizzato, una sella a molle e una sospensione posteriore rigida, ma che importa se a guidarla c’ è un duro come Johnny?
All’epoca delle riprese la moto è divenuta poi una icona di stile, e nell’immaginario collettivo immortale anche grazie ad un’opera d’arte, realizzata dal padre della cultura pop Andy Warhol nel 1966. In Gran Bretagna, però, il film venne bandito dal British Board of Film Censors. Erano anni davvero clamorosi. Secondo il libro Triumph Motorcycle In America, all’epoca dell’uscita della pellicola, la Triumph prese una posizione netta contro il film, protestando per l’utilizzo dei loro mezzi.
In sostanza il brand Triumph fu associato al branco di delinquenti e in UK temevano un danno d’immagine importante. In realtà la storia ci insegna che il marchio è divenuto celebre in tutto il mondo, anche grazie alle partecipazioni in film memorabili. Siti specializzati di classici su due ruote o case d’asta possono fornire prezzi approssimativi di modelli simili a quelli della pellicola girata nel 1953 negli USA da Brando. Con 12.000 sterline è possibile portare a casa l’inglesina, ma nel prezzo non è compreso il fascino dell’attore americano.