Se vi siete mai chiesti come fa un sommergibile a stare sott’acqua, oggi vi daremo conto di questa sua capacità assurda.
In questi ultimi giorni, il mondo si è fermato del tutto per seguire la sorte del sommergibile Titan, che si è immerso nelle acque dell’Oceano Atlantico per andare alla ricerca del relitto del Titanic. Si tratta di una sorta di escursione, al modico prezzo di 250.000 euro a testa, che viene organizzata per coloro che hanno la volontà di osservare dal vivo lo storico transatlantico che affondò più di un secolo fa, ma questa volta, è accaduto qualcosa di terribile, che ha portato alla morte di ben cinque persone.
La catastrofe si è verificata a causa di una vera e propria implosione, con il TItan che avrebbe ceduto alla pressione marina costringendo gli occupanti ad una morte terribile. Infatti, dopo essere spariti ed aver interrotto le comunicazioni con la nave madre, si era iniziato a temere per la sorte dei passeggeri, i quali avrebbero avuto una scorta di ossigeno sino alle 11 ora italiana di giovedì 22 giugno.
Poche ore dopo, alcuni rottami del Titan sono stati ritrovati nell’area, arrivando alla conclusione che il sommergibile sia imploso, forse ancor prima della fine dell’ossigeno. A questo punto, andiamo a studiare una caratteristica di questo tipo di imbarcazione, che di certo è molto complessa e che, a volte, può incappare in qualche guasto fatale.
Il sommergibile, in casi normali, andando fuori per un attimo dalla tragedia che ha visto protagonista il Titan, ha la capacità di stare sott’acqua per vari motivi. Il motore è infatti alimentato ad energia nucleare, ed all’interno dello scafo troviamo appunto un reattore nucleare che è in grado di sviluppare energia elettrica.
Esso ha un’autonomia potenziale che è a dir poco assurda, visto che, secondo vari fonti e studi scientifici, può durare circa 25 anni. Non si tratta di un errore di battitura, ma è proprio questa la durata di quest’assurda autonomia. Inoltre, può stare sott’acqua per così tanto tempo anche per la capacità di produrre l’ossigeno grazie all’elettrolisi prelevata dall’acqua del mare in cui è immerso.
Ci sono poi due sistemi per far immergere o riemergere un sommergibile, ma anche un sottomarino, dalle acque. Uno è statico, ed è fondato sul bilanciamento tra il peso del mezzo e la spinta al galleggiamento che riceve tramite il famoso principio di Archimede, che afferma che “ogni corpo immerso in un fluido subisce una forza diretta dal basso verso l’alto di intensità equiparabile alla forza-peso del fluido che viene spostato“.
L’altro sistema, oltre a quello statico, è quello chiamato dinamico, che sfrutta la portanza dei timoni di profondità del sommergibile quando esso è immerso nelle acque ed è in fase di movimento. Dunque, c’è grande fisica attorno a questa tipologia di navi, che nel corso del tempo, hanno conosciuto uno sviluppo incredibile. Purtroppo, la tragedia del Titan porterà a riflettere molto ed a ripensare i sistemi di sicurezza, visto che si è trattato di un fatto davvero terribile e che difficilmente passerà inosservato.
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