Il FIA WEC ha sempre adottato il famoso BoP, che serve ad equilibrare le prestazioni delle varie auto. Ecco come funziona.
Ultima settimana di sosta per il FIA WEC, che si avvicina a grandi falcate al quinto atto stagionale, ovvero la 6 ore di Monza. Per questo appuntamento è atteso un pubblico delle grandi occasioni, visto che la Ferrari si presenterà per la prima volta al via della gara italiana in top class, ovvero la Hypercar.
Inoltre, si arriva qui con l’AF Corse e lo squadrone tricolore che hanno appena vinto la 24 ore di Le Mans, grazie alla strepitosa 499P ed all’equipaggio #51, composto da Alessandro Pier Guidi, James Calado ed Antonio Giovinazzi. Il trio delle meraviglie ha compiuto un’impresa storica, regalando al Cavallino la decima vittoria assoluta alla maratona francese, a mezzo secolo esatto dall’ultima apparizione in classe regina.
Tutto perfetto, ma ora è tempo di dar battaglia anche nel WEC, dove la Toyota è ancora in vantaggio, sia in classifica piloti che tra i costruttori. La casa giapponese resta la favorita, ma Monza sarà un appuntamento importante anche per un’altra questione, ovvero quella legata al famoso BoP.
WEC, scopriamo come funziona il BoP
Il BoP, acronimo di Balance of Performance, è uno strumento da sempre usato nel FIA WEC, ovvero il campionato del mondo endurance organizzato da ACO e FIA che è partito nel 2012. Questo sistema era nato per le categorie GT, ma in seguito, è stato applicato anche alla classe regina, che dal 2021 ha cambiato nome, da LMP1 ad Hypercar.
Ai tempi delle battaglie tra Porsche, Audi e Toyota, questo strumento non veniva utilizzato in classe regina, ma in questo 2023 è diventato fondamentale. Infatti, in classe Hypercar ci sono due tipologie distinte di vetture. Toyota, Ferrari e Peugeot sono delle vere e proprie Hypercar, il che significa che tutto è fatto in casa dai costruttori, mentre Cadillac e Porsche sono LMDh, con il telaio che è realizzato da case esterne, la Dallara per il marchio americano e la Multimatic per quello tedesco.
In questa stagione, il BoP, a differenza del passato, non cambia più ad ogni gara, ma si basa sulla misurazione accurata dei tempi sul giro e dei vari stint, per cercare di capire come intervenire per bilanciare al meglio tutte le vetture. Sul Balance of Performance si può intervenire in vari modi, con l’aspetto principal che riguarda il peso.
A Le Mans ci sono state varie polemiche, visto che la Toyota, che aveva dominato le prime tre gare del WEC, che è stata appesantita di 39 kg rispetto al normale, mentre la Ferrari è ingrassata di 24 kg, con Porsche, Peugeot e Cadillac che sono state le meno penalizzate. Il BoP è caratterizzato anche da interventi sull’energia a disposizione, in base ai vari sistemi ibridi.
C’è anche una modifica che può essere effettuata per l’attivazione del motore elettrico sulle auto ibride (tutte tranne Glickenhaus e Vanwall). Tanto per fare un esempio, Ferrari e Toyota non potevano attivarlo prima dei 190 km/h a Sebring, nella tappa inaugurale, mentre la Peugeot poteva anticipare l’erogazione della potenza elettrica dai 150 km/h in su. Insomma, si tratta di un sistema molto complesso e discusso, che quasi mai mette tutti d’accordo sui valori in campo.