Sergio Marchionne è scomparso da diverso tempo, ed è stato sostituito in ben due cariche. Ecco come venne rimpiazzato il manager.
Un personaggio che manca moltissimo agli appassionati di motori e di prodotto auto, ma più in generale, anche di gestione di azienda, è sicuramente Sergio Marchionne, ex amministratore delegato della FIAT e presidente della Ferrari. Nato a Chieti il 17 giugno del 1952, “Sergione” ha cambiato la storia delle nostre automobili, salvando la casa di Torino da un crack che appariva certo all’inizio degli anni Duemila.
Il primo giugno del 2004, divenne CEO della FIAT, anche se la famiglia Agnelli decise di non affidargli la carica di presidente, ma ciò non ebbe alcun impatto sul suo lavoro. Fu in grado di dare vita ad un processo di rinnovamento di questo costruttore, lanciando modelli come la 500 che fecero la gioia dei fan. Nel 2014 divenne anche presidente della casa di Maranello, ed il suo obiettivo era quello di riportarla al titolo mondiale, ma purtroppo, non ne ebbe il tempo a causa di un male incurabile.
Quando un personaggio come Sergio Marchionne passa a miglior vita, sostituirlo in modo adeguato non è mai semplice, ma le logiche aziendali impongono di farlo il prima possibile. Dopo la sua scomparsa, fu scelto come amministratore delegato a FCA, ovvero al gruppo Fiat-Chrysler, il britannico Michael Manley.
Rimase in carica dal 21 luglio del 2018 sino al 16 gennaio del 2021, quando il gruppo aveva già cambiato nome in Stellantis, accogliendo, al suo interno, anche tanti altri costruttori e crescendo sempre di più. Ad oggi, Manley è CEO di AutoNation e, secondo le stime, dalla holding multinazionale olandese ha ricevuto un compenso complessivo di ben 11,7 milioni di dollari. Cifre così importanti non si trovano da tutte le parti, ma evidentemente, Manley ha condotto un buon lavoro secondo gli esperti del settore.
Il 25 luglio del 2018 si spegneva Sergio Marchionne, e la Ferrari decise di omaggiarlo con una banda nera sulla propria livrea al Gran Premio di Ungheria di quell’anno, disputato pochi giorni dopo la sua dipartita. In questi casi, è difficile parlare di lavoro e di ruoli chiave in azienda, ma un marchio come il Cavallino non può trattenersi dal farlo.
In sostituzione del manager italo-canadese, infatti, fu subito scelto John Elkann, che ancora oggi è il presidente del Cavallino. Per quanto riguarda i risultati relativi al prodotto auto ed alle vendite, in pochi hanno fatto meglio di lui, con la Ferrari che è in splendida forma e sta vivendo uno dei periodi migliori della propria storia.
Tuttavia, Elkann fa molto discutere per il suo rendimento legato al motorsport, visto che in questi anni, in F1, sono arrivate solo brutte figure. Una rivincita se l’è presa pochi giorni fa con la vittoria assoluta alla 24 ore di Le Mans, ottenuta dalla 499P in classe Hypercar. La speranza è che le cose migliorino anche in classe regina, come Sergio avrebbe voluto.
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