Sono diversi i piloti che sono morti nella storia della F1, ma uno di essi ha sicuramente vissuto una tragedia incredibile.
Il mondo delle corse appassiona milioni di persone in tutto il mondo, con la F1 che in particolar modo è considerata la competizione più appassionante. Potervi correre è un sogno che solo pochi possono realizzare e per Riccardo Paletti era davvero un qualcosa di unico.
Nato a Milano il 15 giugno del 1958, Paletti era un grandissimo appassionato di F1 e di automobilismo, tanto che iniziò fin da giovanissimo la sua scalata verso la più importante competizione del mondo.
Le sue imprese in Formula SuperFord gli permisero di farsi conoscere in tutto il circus, tanto è vero che già nel 1979 passò in Formula 3. Qui iniziò a fare sul serio, anche se il passaggio tra i grandi in un campionato mondiale lo portò inizialmente a non ottenere i risultati sperati.
Riuscì comunque a trovare le giuste sponsorizzazioni pronte a credere in quel ragazzo che nel 1979 partecipò anche a una gara di Formula 2. Gli anni ’80 portarono per Paletti una serie di novità esaltanti, infatti il ragazzo divenne stabilmente un pilota della categoria propedeutica alla F1.
Per lui fu un onore passare alla Onyx nel 1981, diventando anche il collaudatore ufficiale della Minardi, Scuderia che puntava moltissimo su di lui. Nel 1982 arrivò in F1 la Osella, piccolo Team che puntava a ben figurare in F1, con Paletti che venne scelto come pilota ufficiale, nonostante non ne fosse convinto.
Il lombardo di soli 24 anni pensava di aver bisogno ancora di maggiore esperienza per potersi confrontare con i miti della F1. A questa competizione non si può però dire di no e il 1982 avrebbe dovuto essere l’anno della svolta.
Paletti non stava attraversando una stagione memorabile, anche perché allora le qualifiche non erano soltanto una prova per stabilire la griglia di partenza. Molte Scuderie infatti dovevano giocarsi la “sopravvivenza” e solo le migliori 26 monoposto sarebbero entrate in gara la domenica.
Il meneghino ci riuscì solamente a Imola, dove però si ruppero le sospensioni della sua Osella dopo soli 7 giri e andò ancora peggio negli Stati Uniti. In quel caso infatti la sua monoposto ebbe problemi durante il warm-up e Paletti non poté partire.
In Canada però ottenne per la terza volta in stagione la possibilità di correre in pista, peccato che accadde la tragedia. Allo start, la Ferrari di Didier Pironi partita in Pole Position ebbe dei problemi meccanici.
Il francese segnalò il guasto e tutti i piloti vicini a esso lo notarono evitando l’impatto. Faticarono invece quelli in fondo che non si erano accorti di quel segnale e la Ensign di Roberto Guerrero prima e la March di Raoul Boesel poi colpirono Pironi. Dalle retrovie arrivò anche Paletti che a 180 km/h colpì in pieno Pironi.
L’impatto fu devastante e la sua Osella prese fuoco, con i soccorsi che ebbero bisogno di 20 minuti per spegnere le fiamme. Riccardo Paletti morì così all’ospedale di Montreal in un giorno drammatico nella storia della F1.
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