Antonio Fuoco ha fatto segnare la pole position alla 24 ore di Le Mans, con un giro monstre sulla Ferrari. Ecco il suo racconto.
La Ferrari ha scritto una pagina di storia che difficilmente potrà essere dimenticata in quel di Le Mans, con la 499P #51 di Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado che ha portato a casa una vittoria memorabile. Più sfortunata la #50, quella affidata a Miguel Molina, Antonio Fuoco e Nicklas Nielsen, la quale era partita dalla pole position.
A siglarla, nella Hyperpole del giovedì sera, era stato proprio il pilota calabrese, autore di uno strabiliante 3’22”982, con ben sette decimi rifilati alla gemella di Pier Guidi ed un secondo e mezzo alla Toyota #8, affidata a Brendon Hartley. Antonio è il pilota forse più veloce al volante della Ferrari, dal momento che ha siglato ben due pole position in quattro gare.
La prima in assoluto l’aveva piazzata a Sebring, al debutto della 499P, chiudendo poi sul podio con il terzo posto, risultato poi migliorato a Portimao con un’ottima seconda piazza. Fuoco è andato poi a sbattere a Spa-Francorchamps, a causa della folle regola che vieta il riscaldamento delle gomme.
Con le temperature basse del Belgio, Antonio è stato tradito ed è andato a muro, ma a Le Mans si è rifatto alla grande, almeno sul giro secco. Visto il passo della #50, è probabile che sarebbe rimasta in lotta per la vittoria sino alla fine con la gemella, ma un contatto con un sasso che ha distrutto il radiatore dell’ERS nella notte, ha costretto l’auto ad una lunga sosta ai box.
Antonio Fuoco ed i suoi compagni di vettura sono stati molto sfortunati, ma ora sono a Monza con il chiaro intendo di prendersi una bella rivincita. La Ferrari ha tutto per puntare ad un risultato di rilievo, anche se ora è la #51 la vettura candidata al titolo mondiale, anche nell’ottica di eventuali giochi di squadra.
Nel corso di un incontro con i piloti Ferrari organizzata nell’hospitality del Cavallino a Monza, abbiamo avuto modo di scambiare due battute con Fuoco, che ci ha raccontato l’incredibile emozione nel segnare una pole position alla 24 ore di Le Mans, un qualcosa che non accade spesso.
Sei stato il primo italiano a fare la pole position a Le Mans da 17 anni a questa parte, l’ultimo era stato Dindo Capello con l’Audi R10 TDI. Cosa è significato per te?
“Ovviamente è stata una sensazione molto speciale, quando sei lì, al volante della macchina, non pensi troppo alle emozioni, il tuo unico problema è spingere al massimo e tirare fuori tutto quello che c’è dalla macchina. Per il resto, le sensazioni al volante dell’auto erano incredibili, c’era un feeling ottimo e sono riuscito a tirare fuori il meglio, anche se ho trovato del traffico nella parte finale. La grande gioia c’è stata dopo la qualifica, quando abbiamo realizzato che ce l’avevamo fatta, precedendo auto come la Toyota e la Porsche dopo tantissimi anni dalla nostra ultima presenza in top class. Purtroppo, abbiamo poi avuto tanta sfortuna in gara, ma vogliamo rifarci“.
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