La F1 ha dovuto piangere diverse volte i suoi campioni, ma tutto iniziò con la morte di un mito che fece disperare un fenomeno assoluto.
Tutti coloro che decidono di intraprendere la carriera da pilota sanno benissimo a cosa vanno incontro. Oneri e onori, gloria e vittorie, senza dimenticare il rischio di morire a ogni curva.
Al giorno d’oggi la F1 è diventata molto più sicura rispetto al passato, con l’unica morta nel nuovo Millennio che è stata quella di Jules Bianchi. Non avrebbe mai dovuto accadere nemmeno quella del francese, ma è l’unico caso dal 1994 a oggi.
In passato purtroppo il numero era altissimo e sono stati molti i piloti giovani e di belle speranze che sono stati stroncati dalla morte sul più bello. I casi più eclatanti sono stati quelli di Gilles Villeneuve e Ayrton Senna, ma non si possono non citare anche Jochen Rindt o Ronnie Peterson.
Sono tanti purtroppo i campioni che sono morti e nel primo decennio di F1 il numero è impressionante. La più importante competizione motoristica iniziò nel 1950 e nei primi anni riuscì a limitare i danni.
Le uniche morti avvennero nella 500 Miglia di Indianapolis nel 1953. Perirono Chet Miller e Carl Scarborough, ma non si può parlare di morti di F1. Il GP negli Stati Uniti si trovava in calendario, ma solo per poter parlare di Mondiale, infatti in quella gara vi partecipavano solamente le Scuderie locali che non prendevano poi parte alle tappe europee.
Il primo vero caso di morte di un pilota di F1 avvenne l’anno seguente e la tappa non poteva che essere il Nurburgring. La pista tedesca è sempre stata vista come una delle più pericolose ed è qui che perì Onofre Marimon.
La morte di Marimon: le lacrime di Fangio
Era il 31 luglio 1954 e il mondo voleva ammirare ancora una volta i grandi campioni delle quattro ruote. La battaglia al vertice non aveva dato modo a nessuno di lottare con la Mercedes di Juan Manuel Fangio, con il Chueco che era prossimo al trionfo.
All’inizio dell’anno però la Mercedes non era ancora pronta e per questo motivo Fangio corse in Maserati dove ebbe come compagno di squadra Onofre Marimon. Pilota molto talentuoso, ottenne due podi in Belgio nel 1953 e in Gran Bretagna proprio nella tappa precedente al Nurburgring.
In Germania l’argentino voleva confermarsi ancora una volta competitivo, ma la sua Maserati 250F uscì di strada alla curva Wehrseifen. L’impatto fu devastante, con il ragazzo sudamericano che colpì violentemente la testa e morì sul colpo.
La notizia venne data ai piloti solo a fine gara e fu uno strano scherzo del destino il fatto che a chiudere in vetta furono i suoi due amici argentini. Primo posto per la Mercedes di Juan Manuel Fangio e secondo per la Ferrari di José Froilan Gonzalez, ma c’era ben poco da festeggiare. I due si abbracciarono e iniziarono a piangere per la perdita del connazionale e amico al termine di una maledetta gara che causò la prima morte nella storia della F1.