Già le attuali monoposto di Formula 1 equipaggiano un motore ibrido V6 che non ha rotto i timpani, ma le prossime Power Unit saranno una novità assoluta.
Non sarà Formula E ma poco ci manca. Il circus sta andando sempre più nella direzione della sostenibilità e, in questa visione ampia a causa di scelte politiche ben precise, rientra anche l’adozione di PU sempre più improntate su batterie elettriche. Le wing car che osserviamo in pista la domenica sono equipaggiate da un motore alternativo V6 a 4T da 1.6L turbo-compresso.
L’era ibrida della F1 ha fatto rimpiangere gli anni d’oro dei V12, V10 e V8, andando nella direzione di due unità elettriche, l’MGU-K e l’MGU-H, in combinazione con un motore endotermico da 6 cilindri, a 4 tempi, con una configurazione a V di 90° e un turbocompressore. Nel 2014 l’unico team in grado di essere subito competitivo è stato quello Mercedes. Sin dalle prime uscite la casa di Stoccarda ha celebrato straordinari successi.
Un dominio durato ben otto lunghe stagioni (record assoluto di vittorie di titoli costruttori consecutivi) nelle quali i competitor hanno cercato di avvicinarsi pian piano, non senza sforzi. Quando vi è uno stravolgimento totale di un regolamento tecnico, solitamente, un team riesce ad indovinare il progetto e tutti gli altri sono costretti ad inseguire. E’ successo anche nel 2022 con il ritorno alle auto ad effetto suolo.
La Red Bull Racing motorizzata Honda ha fatto il vuoto e continua a farlo, mentre tutte le altre squadre hanno patito un gap, tra problemi tecnici e prestazionali. Per i fan non è stato il massimo passare da una supremazia all’altra, ma è probabile che questo riaccada anche nel 2026 quando verranno lanciate le nuove Power Unit.
Formula 1, le caratteristiche dei nuovi motori
Le nuove specifiche vedranno l’abolizione dell’MGU-H, oramai valutato fuori budget ma ciò non vorrà dire un minor apporto della parte elettrica, anzi. In casa Red Bull Racing è già scattato l’allarme per quanto riguarda l’energia sui rettilinei che, secondo quanto affermato da Horner, non sarebbe abbastanza per tenere ai massimi regimi la vettura.
Secondo quanto riportato su Motorsport.com dal 2026 i driver avranno la possibilità di bruciare benzina in eccesso quando non è necessario per le performance dirette del motore. Non avverrà come avvenuto in passato con i diffusori soffianti con mappature particolari, ma allo scopo di ricaricare la batteria sarà possibile bruciare il carburante in eccesso. Una soluzione che aiuterebbe non poco, dati gli allarmismi delle ultime ore.
Le vetture del 2026 saranno ancor più dipendenti dalla parte elettrica e questo non è un fattore di poco conto. Per di più se già si sta pensando di far funzionare il motore quando il pilota non richiede molta coppia per caricare la batteria vuol dire che il problema sarà impattante. Rivoluzioni su rivoluzioni che potrebbero creare più problemi che altro. La stabilità regolamentare darebbe maggiori possibilità anche ai fan di seguire la categoria regina del Motorsport, senza patemi né libri di ingegneria alla mano.