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Formula 1

Il DRS ha stravolto la F1: ecco i segreti che lo rendono indispensabile

Published by
Francesco Domenighini

La F1 degli ultimi ha subito una serie incredibile di modifiche, ma una delle più importanti è senza ombra di dubbio il DRS.

Sono tanti i termini nuovi che ormai stanno accompagnando la F1 di questi ultimi anni. Tante parole come “graining”, “blistering” o “halo” erano davvero sconosciute fino a poco tempo, ma ora sono diventati comuni.

DRS, i segreti che lo rendono indispensabile (Fonte: Ansa Foto)

Quella che però con tutta probabilità è diventata in assoluto la più nota è: DRS. Si tratta infatti di un sistema che è diventato fondamentale per poter superare nella F1 odierna e in tutte le gare ne conosciamo la sua importanza. Il nome deriva dall’acronimo della sigla Drag Reduction System, ovvero “Sistema di riduzione della resistenza aerodinamica“.

Per poterlo sfruttare nel miglior modo possibile è fondamentale avere anche un motore molto potente in rettilineo. Non è un caso infatti che la Red Bull, progettata dal genio di Adrian Newey, sia quello che ottenga i maggiori benefici dal DRS.

La monoposto austriaca si sta dimostrando anche in questo 2023 nettamente superiore rispetto alla concorrenza, con delle velocità di punta impressionanti e la capacità di recuperare un grande vantaggio sui rivali nei rettilinei. Quest’anno il dominio è tale che ha permesso a Verstappen di usarlo molto poco, se non in qualifica, infatti il DRS non può essere usato in qualsiasi momento.

DRS: come funziona e quando lo si può utilizzare in gara

Per prima cosa il DRS si tratta di una semplice ala mobile che è posizionata nella parte posteriore della vettura. Aprendosi dà modo di poter ridurre sensibilmente l’impatto che è provocato dalla presenza dell’aria.

DRS F1, quali sono i suoi vantaggi? (Fonte: Ansa Foto)

L’attrito in questo caso diminuisce e non di poco, ecco allora come mai il DRS non può essere sempre sfruttato. Il problema è che porta a un sensibile aumento della potenza e della velocità, dunque la FIA non ha dato il via libero per il suo utilizzo in curva, per una questione di sicurezza.

Esistono delle “zone DRS” che sono prestabilite all’inizio, con una linea bianca di demarcazione che dà modo al pilota di capire quando può essere usato. In qualifica ogni volta che si passa oltre questa linea può scattare, ma in gara non è così.

Prima di tutto devono passare tre giri per poter sfruttare questo grande aiuto. Sarebbe infatti assurdo metterlo subito a disposizione, con le ultime vetture che rimarrebbero sempre attaccate a quelle davanti.

Per una questione di sicurezza la FIA ha deciso anche di togliere l’utilizzo del DRS nel caso in cui il tracciato fosse bagnato. Se ci si trovasse però in una gara normale, con tre giri già archiviati, allora l’utilizzo del DRS sarà valido solamente se il pilota che ne vuole usufruire dovesse essere a meno di un secondo da chi lo precede.

A quel punto ne scaturirebbe un vantaggio pazzesco, infatti darebbe la possibilità al pilota che sta inseguendo non soltanto di avvicinarsi grazie all’effetto scia, ma avrebbe anche la spinta del DRS. Una novità che dal 2011 i divide tutti, ma che alla fine nella F1 di oggi è diventata indispensabile.

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Francesco Domenighini

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