Se anche la squadra campione in carica è costretta a scegliere un “usato stagionato” come Daniel Ricciardo per l’AlphaTauri vorrà dire che persino in Red Bull c’è una carenza di talenti.
Come può il team più forte al mondo ritrovarsi senza giovani da lanciare ai piani alti? Un tempo la Red Bull Racing vantava così tante promesse del Motorsport che era costretta a scartare. Fior fiori di piloti come, ad esempio, Jean-Eric Vergne e Sébastien Buemi hanno poi avuto una carriera brillante in altre categoria. Negli anni in RB sono transitati numerosi ragazzi dell’Academy che, naturalmente, non hanno retto il passo di Verstappen.
La Red Bull Racing ha concentrato tutte le sue energie, dal 2016 in avanti, su Max Verstappen. Il pupillo di Helmut Marko ha tenuto fede alle aspettative. Daniil Kvyat, Pierre Gasly e Alex Albon, invece, sono stati scaricati senza pietà, non avendo molto tempo a disposizione per mettere in mostra le loro qualità. Per questo motivo i vertici della casa con sede a Milton Keynes hanno deciso di ingaggiare Sergio Perez della Racing Point, oggi divenuta Aston Martin.
La Red Bull Racing è diventato il team di riferimento in F1 e il messicano non si è lasciato sfuggire l’occasione. Un pilota outsider, fuori del concetto dell’Academy di famiglia, ha dato risultato a metà, dando una maggiore solidità, ma allo stesso tempo, non troppe rassicurazioni sul lungo periodo. Nello Junior team, senza un driver di riferimento come lo era Gasly, la situazione è, decisamente, più allarmante.
Nella F1 attuale Yuki Tsunoda può starci benissimo, ma Nyck De Vries non si è dimostrato all’altezza in AlphaTauri. C’erano grandi aspettative sull’ex campione di F2 e Formula E. Ha commesso tantissimi errori banali, non riuscendo a marcare nemmeno un punto in 10 GP. Helmut Marko gli ha dato un ultimatum diverse settimane fa, ma le performance non sono migliorate. Al suo posto correrà l’ex figlio prodigo della RB, Daniel Ricciardo.
Academy Red Bull, scatta l’allarme
La Red Bull Racing è il sogno di chiunque guidi auto a ruote scoperte. La RB19 ha conquistato tutte le gare del 2023, grazie alle intuizioni del progettista più vincente della storia della F1, Adrian Newey. Sulla wing car austriaca molti farebbero bene, ma nessuno riuscirebbe a stare al passo del bicampione olandese. Tutto ruota intorno alla figura del figlio d’arte di Jos, e il ruolo di secondo pilota si sta trasformando in una maledizione.
Nelle categorie minori l’Academy RB presenta tra le sue file Sebastian Montoya, Dennis Hauger, Jonny Edgar, Jehan Daruvala, Liam Lawson, Jak Crawford, Ayumu Iwasa, Arvid Lindblad, Isack Hadjar, Souta Arao, Noel León, Ren Sato, Yuto Nomura, Enzo Fittipaldi, Zane Maloney e Enzo Tarnvanichkul. Nonostante rappresentino quanto di meglio, probabilmente, ci sia oggi non sono una garanzia per i vertici della casa.
Il classe 2005 Sebastian Montoya, figlio del vincitore di sette Gran Premi di Formula 1 Juan Pablo Montoya, si farà, lo stesso vale per altri nomi sopracitati, ma la RB ha preferito rivitalizzare Daniel Ricciardo, dopo gli alti e bassi nel biennio in McLaren. Si rivelerà una scelta giusta?