Il motorsport ha sempre avuto una forte componente di rischio nelle sue gare, ma questa è stata la più grande tragedia di tutti i tempi.
Per sua stessa definizione il motorsport è senza ombra di dubbio la competizione sportiva con il maggior rischio possibile. I piloti si trovano costretti a mettere in pericolo la propria vita per poter dimostrare di poter raggiungere il traguardo per primi rispetto ai rivali.
Con queste premesse e considerando come vengono messi a bordo di automobili estremamente potenti non è di certo difficile capire come molto spesso si sia assistito a incidenti fatali. In F1 il primo morto fu Onofre Marimon nel 1954 e l’ultimo fu 60 anni dopo con il povero Jules Bianchi.
Nel mezzo sono stati tantissimi coloro che hanno dovuto dire addio alla vita terrena davvero troppo presto e molti di essi erano dei campioni assoluti. Da Jim Clark a Ronnie Peterson, da Gilles Villeneuve ad Ayrton Senna la lista è tristemente lunga.
Vi è però un episodio che non tutti conoscono, ma che ha segnato profondamente il mondo del motorsport. Non soltanto infatti è stata la più grande tragedia di tutti i tempi per quanto riguarda il computo delle vite umane, ma allo stesso tempo ha generato una clamorosa decisione da parte di un colosso delle quattro ruote.
La tragedia di Le Mans del 1955: la Mercedes abbandona le corse
Il peggior evento nella storia del motorsport è sicuramente la 24 ore di Le Mans del 1955, un’edizione che avrebbe dovuto essere di gioia, ma che si trasformò in disgrazia. Le Mans è uno dei tracciati storici dell’automobilismo e quel giorno la grande favorita alla vittoria era la Mercedes.
Uno dei piloti che stava ben figurando era Pierre Levegh a bordo della sua Mercedes 300 SLR e quando si trovava sul rettilineo principale, il suo intento era superare la Jaguar di Mike Hawthorn. L’inglese, che diventerà campione del mondo nel 1958 con la Ferrari, era in vetta alla corsa e si trovava di fronte la Austin Healey di Lance Makclin, un semplice doppiato.
Hawthorn lo superò, ma all’ultimo momento decise di svoltare bruscamente a destra per prendere la via dei box. Questo sorprese Macklin che cercò di frenare che uscì di pista e a fatica riuscì a rientrare, ma così facendo si mise sulla traiettoria dell’accorrente Levegh.
Quest’ultimo colpì Macklin e la sua Mercedes prese il volo schiantandosi così contro le barriere che si trovavano tra il pubblico e la pista. Il bollettino finale sembrava essere quello di una battaglia: 83 morti e 120 feriti.
A provocare così tanta distruzione fu il fatto che una volta arrivata sulle tribune, l’auto prese fuoco e le componenti dell’auto si scagliarono contro il pubblico come se fossero proiettili. Quella tragedia rimane ancora oggi la più drammatica di sempre e la Mercedes decise di allontanarsi dalle corse.
La casa di Stoccarda infatti non voleva essere ricordata come l’automobile che aveva causato un simile danno. Si dovettero aspettare 45 anni prima di rivedere ancora una Mercedes in F1 e nel 1955 lasciò da campione in carica.