La famiglia Benetton ha costruito un vero e proprio impero, ed oggi vi parleremo di ciò che hanno tra le mani gli imprenditori.
Uno dei colossi più noti dell’imprenditoria italiana è il marchio Benetton, fondato, nel lontano 1965, da Luciano ed i suoi fratelli a Ponzano Veneto, in provincia di Treviso. In pochi anni, questo brand attivo nel mondo della moda iniziò a farsi largo, aprendo tanti negozi fuori dall’Italia.
Il successo della Benetton fu immediato, e pensate che oggi, Luciano ha un patrimonio di 3,5 miliardi di dollari, ed è uno degli uomini più ricchi d’Italia. Nelle prossime righe, daremo un’occhiata a quelli che sono i marchi di proprietà di questo brand, che ha anche fatto la storia della F1 tanti anni fa.
La Benetton possiede i marchi United Colors of Benetton, Undercolors e Sisley, ma in passato aveva le mani anche su Killer Loop e Playlife. Quest’ultimo divenne famoso anche nel mondo della F1, visto che i motori Renault che questa squadra montava alla fine degli anni Novanta furono rebrandizzati proprio da questo marchio.
Un altro brand molto famoso è il gruppo Atlantia, oggi nota come Mundys S.p.A., che è una società italiana attiva nelle infrastrutture autostradali, aeroportuali e servizi legati alla mobilità, che è attiva in ben 24 paesi in totale. Sino al maggio del 2021, ha controllato le autostrade italiane, per poi darne il controllo ad una cordata guidata da Cassa Depositi e Prestiti per 9,1 miliardi di euro.
Il motivo della cessione fu drammatico, visto che fu legato al crollo del Ponte Morandi di Genova, detto anche Viadotto Polcevera, avvenuto il 14 di agosto del 2018. causando la morte di 43 persone in quella che fu una tragedia nazionale, che scatenò caos e polemiche ancora in corso.
La Benetton, inoltre, ha posseduto lo storico team che ha preso parte al mondiale di F1 dal 1986 al 2001, e c’è da dire che le soddisfazioni non sono mancate. Infatti, sin dai primi anni si capì che questa squadra avrebbe potuto dire la sua, grazie ad un potenziale economico non da poco.
Il buon Luciano Benetton decise di puntare su un giovane manager di grande talento, ovvero Flavio Briatore, il quale dimostrò di avere un grande fiuto. Infatti, nel 1991 volle a tutti i costi assicurarsi le prestazioni di Michael Schumacher, che debuttò al GP del Belgio di quell’anno con la Jordan.
Il tedesco, all’epoca un semi-sconosciuto, ottenne la prima vittoria l’anno dopo, proprio a Spa-Francorchamps, ponendo le basi per un futuro che sarebbe stato epico. Nel 1993 arrivò qualche altro successo, ma fu il 1994 l’anno della svolta, anche se fu una stagione tragica per via della morte di Ayrton Senna.
Michael vinse il duello contro Damon Hill, e l’anno dopo fu in grado di ripetersi regalando anche il titolo costruttori alla sua squadra. La Benetton cedette poi tutto alla Renault, che nel 2002 tornò nel Circus con un proprio team, ma è chiaro che nessuno dimenticherà mai quanto ottenuto nella sua storia.
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