Durante il Giffoni Film Festival abbiamo intervistato in esclusiva il responsabile Attività Sportive GT Ferrari Antonello Coletta.
Se la Ferrari di F1 non sta raccogliendo risultati entusiasmanti c’è una parte di Maranello che però può certamente sorridere e si tratta del reparto GT che quest’anno dopo anni è tornato in maniera trionfale nel WEC. La squadra guidata dal responsabile Attività Sportive GT Antonello Coletta, infatti, ha subito portato a casa il trofeo più prestigioso dell’anno: la 24h di Le Mans.
Proprio Antonella Coletta, insieme ad Antonio Fuoco e ad altri componenti della squadra Ferrari GT sono stati ospiti della 53a edizione del Giffoni Film Festival. Un evento che ha permesso agli uomini in rosso di prestarsi alle domande dei giovanissimi giurati di uno dei festival cinematografici più famosi al mondo. Noi di Tuttomotoriweb.it eravamo lì e abbiamo avuto modo di intervistare in esclusiva proprio il responsabile Attività Sportive GT Ferrari.
Pensava di trovare una Ferrari già così competitiva nel WEC?
Sicuramente ci speravamo. Il vero dubbio era l’affidabilità. Sapevamo di aver fatto un buon progetto. Nell’endurance però il vero problema è riuscire a vedere la bandiera scacchi. Avendo un lasso di tempo non incredibilmente lungo per poter sviluppare la macchina rispetto a quello che hanno avuto gli altri costruttori, noi siamo arrivati per ultimi, chiaramente era il grande dubbio che avevamo.
Siamo stati direi abbastanza bravi. La macchina si è sempre rivelata molto affidabile e averla portata alla vittoria della 24h di Le Mans è sicuramente la sintesi migliore del lavoro che è stato fatto. Questo non può che farci sentire molto orgogliosi sapendo che siamo sulla strada giusta. Il lavoro non è certo finito qui. Tutti i giorni impariamo qualcosa. Tutti i giorni vediamo qualcosa da migliorare, ma intanto ci siamo messi nella bacheca quella che è la coppa più bella per chi fa questo lavoro.
Visto l’exploit di quest’anno, l’anno prossimo cambiano gli obiettivi e si punterà al titolo oppure è ancora presto?
Chiaramente noi come Ferrari, per definizione, quando scendiamo in campo vogliamo partecipare alla vittoria. Vogliamo partecipare al combattimento per vincere. Quest’anno sarebbe stato un po’ troppo altezzoso dire che andavamo per vincere il Mondiale. Comunque siamo ancora matematicamente in corsa per poterlo vincere, anche se abbiamo perso onestamente un po’ di punti all’inizio. Quindi la vedo una cosa molto complessa.
E’ ovvio che l’anno prossimo dobbiamo alzare un po’ l’asticella e combattere anche per vincere il campionato del mondo e perché no cercare di confermarci anche alla 24h di Le Mans. Pur sapendo che mentre noi siamo qui a celebrare la nostra vittoria, i nostri competitor stanno a casa a studiare tutto il possibile per far si che siano loro a celebrare la vittoria l’anno prossimo.
C’è la paura o quantomeno c’è già stata qualche avvisaglia che qualche tecnico o manager possa passare nel reparto corse F1 della Ferrari?
Questo può succedere, è successo anche il contrario. Noi siamo una grande azienda e c’è molta trasversalità tra quelli che sono i progetti. Può capitare che ci siano dei movimenti interni. Questo deve andare a beneficio della carriera dei ragazzi e deve andare non a discapito di quelli che sono gli obiettivi dell’azienda. Quindi si cerca sempre di coniugare al meglio quelli che sono gli obiettivi e le esigenze di tutti.
Il lavoro fatto quest’anno quale impatto avrà sulle auto da strada?
Certamente le competizioni sono il miglior laboratorio per le vetture da strada. Sono anche tanti piccoli componenti che vengono testati, provati e sperimentati. Alcune cose non verranno mai messe sulle auto stradali, altre si. Noi siamo convinti che ci stiamo portando a casa un’esperienza molto interessante sia in termini umani, come detto poco fa per delle persone che si spostano da una parte all’altra, che dal punto di vista tecnico per elementi delle vetture che un domani potremo ritrovare anche su macchine stradali.
Cosa ha provato quando la macchina non ripartiva ai box durante la 24h di Le Mans?
Abbiamo perso un anno di vita. Era già successo 3 ore prima e lì è stato anche peggio perché abbiamo dovuto capire in meno di 1 minuto qual era il problema e trovare la procedura con il settaggio del computer di bordo per poter bypassare il problema. Dopo non è più successo e poi si è ripresentato all’ultimo pit stop quando eravamo più rilassati. Fortunatamente avevamo già vissuto prima questo problema e quindi sapevamo dove mettere le mani. Nonostante ciò però abbiamo vissuto dei momenti veramente complicati. Quei 36-37 secondi sembravano 37 ore, non passavano mai.