La serie di maxi-scooter Yamaha T-Max ha fatto faville sin dalla sua prima generazione. La rappresentazione grafica del nuovo modello vi lascerà senza fiato.
Il primo modello di Yamaha T-Max, alle nostre latitudini, fu presentato nel luglio del 2000 a Napoli. La casa di Iwata combinò il suo know-how sulle motociclette con la praticità tipica di uno scooter. Divenne per tutti il mezzo dei pendolari, flessibile in città e veloce nei tratti extraurbani. All’epoca il motore 500 cc del maxi-scooter fu il più potente per questo segmento sul mercato.
Il modello era nato dall’evoluzione del 250 Majesty presentato nel 1996. All’epoca si preferivano scooter più pratici nel traffico, ma a livello mondiale l’esigenza era più legata all’affidabilità e alla versatilità. Il team di lavoro che realizzò la prima serie di T-Max fu omaggiato con il Good Design Award 2001 in Giappone. Lo scooter risultò vincente per la filosofia incentrata sui motocilisti di nuovo corso, coloro che usavano mezzi di media cilindrata e scooteristi progressisti.
L’idea ibrida fu vincente, incassando il favore della critica. Il forcellone del T-Max è il medesimo che si trova sulle motociclette. I tecnici della Yamaha, piuttosto che incorporare forcellone e motore in un’unica unità, come sugli scooter convenzionali, scelsero di imbullonare il motore al telaio in una posizione più avanzata, cambiando la distribuzione del peso. Per farlo optarono per un telaio tubolare in acciaio di tipo motociclistico piuttosto che un monoscocca in acciaio ad U, presente sulla maggioranza di scooter competitor.
A quel punto spinsero al massimo sulla potenza di un motore bicilindrico orizzontale a quattro tempi raffreddato ad acqua con 4 valvole per cilindro azionate da 2 camme in testa. Sul piano ingegneristico fu un’opera d’arte. Dopo il successo della prima serie arrivò nel 2004 la seconda gen, caratterizzata per la sostituzione dei doppi carburatori con l’iniezione di carburante e l’aumento del rapporto di compressione, al fine di accrescere la potenza e la coppia. Fu lanciato l’ABS e l’aggiunta del freno di stazionamento. Le dimensioni della ruota posteriore passarono a 15 pollici invece di 14 pollici.
Il render del nuovo Yamaha T-Max
La terza serie è stata realizzata dal 2008 al 2011. Il concetto stilistico rimase sempre fedele all’originale, mentre la capacità del serbatoio del carburante fu aumentata da 14 a 15 litri. La quarta generazione di T-Max presentò una carrozzeria e un gruppo propulsore ridisegnati. Fu introdotta la trasmissione a cinghia con forcellone separato in alluminio pressofuso. Per la quinta gen fu rinnovata la sospensioni anteriore. L’ultima gen è stata lanciata in tre diverse versioni: standard, SX e DX.
Negli ultimi 5 anni la Yamaha ha incassato cifre da capogiro grazie al suo maxi-scooter di punta. Il T-Max è diventato sinonimo di progresso e di affidabilità. Un nuovo modello è stato partorito dalla mente acuta dell’architetto e designer Tommaso D’amico. Gli aggiornamenti estetici, con una colorazione sportiva, lo scarico articolato da MotoGP e il sellino in pelle con cuciture a vista donano un look molto sportivo.
Sull’omonimo canale YouTube Tommaso D’amico ha messo in mostra anche le prese d’aria coordinate con il nuovo design del maxi-scooter. I particolari stilistici andranno a fare la differenza, secondo lo specialista, e renderanno l’insieme ancora più sportivo ed elettrizzante.