Le Smart, apparentemente, appaiono super convenienti per risparmiare in città. In realtà i costi di gestioni annui, in media, non sono affatto bassi.
Le Smart hanno avuto un impatto fortissimo sul mercato. Non parliamo solo dei primissimi modelli. Il passaggio all’elettrico per Smart è stato, sostanzialmente, una fortuna. La vettura alla spina è stata tra le più vendute in Italia nel 2022. Naturalmente il peso con le ingombranti batterie è aumentato ma non si tratta di un’auto con pretese sportive.
Il piacere di guida non era al centro dei progetti dei vertici del brand, nemmeno con il lancio della prima serie. La dead line del 2035 che impedirà la vendita delle auto termiche in U.E., ibride comprese, sembra essere un perfetto assist per la diffusione ancor più massiccia delle Smart full electric. L’Italia è sempre ai primi posti nella vendita di Fortwo, naturalmente in alcune aree geografiche non sono diffusissime.
Negli Stati Uniti, Australia e altre Nazioni con strade enormi e distanze impressionanti non hanno trovato una corrispondenza sul mercato. I local scelgono vetture con motori di grossa cilindrata oppure elettriche come la Tesla. Le Smart vanno forte nelle realtà dove non c’è bisogno di potenze esponenziali per gli spostamenti, ma praticità nei parcheggi dopo brevi tratti.
Sul piano della robustezza le city car rappresentano una scelta ideale finché vengono guidate nei centri urbani. Non a caso il primo progetto di Smart, pensato dal dipendente Mercedes Tomforde, non fu accolto, inizialmente, in modo positivo negli anni ‘70. C’erano troppi rischi connessi ad eventuali incidenti frontali e laterali. Il progettista dovette attendere il lancio del crash box alla fine degli anni ‘80 per promuovere la vettura sul mercato internazionale.
Dopo anni di prototipi, nel 1992, Nicolas Hayek, boss dell’azienda Swatch, insieme all’ex amministratore delegato Mercedes-Benz, Warner Niefer, promossero il progetto SMART. Quest’ultima sta in inglese per “furbo” ma anche per l’acronimo di Swatch-Mercedes ART. L’idea dei pannelli colorati scambiabili per le portiere fu geniale. Il look della prima gen della Fortwo risultò cool ed, estremamente, giovanile.
Il brand MCC, ovvero Micro Compact Car della Stella Daimler, nell’ottobre 1998, fu pronto a diffondere sulle strade di tutto il mondo le piccole city car a due posti. La dotazione dell’auto era già piuttosto ampia nella prima serie con ABS, cambio automatico, vetri elettrici e clima. Erano optional, invece, il servosterzo elettrico, la vernice metallizzata e la ruota di scorta.
Le colorazioni erano, talmente, variegate e personalizzabili che era difficile trovare, tra interni ed esterni, due Smart gemelle. Per questo motivo i giovani furono attirati dalla simpatica vettura con bodypanel personalizzabili ma i costi di gestione, allora come oggi, non erano affatto banali. Secondo alcune stime di Assoutenti, il totale medio annuo di spesa per una Smart è di 3.361 euro. Ben 2.000 euro di carburante, una media di 360 euro di Rc auto, e circa 240 euro per bollo e revisione e tasse obbligatorie.
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